mercoledì 24 gennaio 2007

LA PRECARIETA' NON ESISTE

Continuano ad arrivare testimonianze di vita precaria. Qualcuno pensa che ce le scriviamo da soli, ma non è così:proteggiamo l'anonimato dei nostri collaboratori. Queste persone sono fondamentali per il nostro blog, dato che lo diffondono in tutta Italia e ci aiutano a capire cosa significa lavorare oggi senza mediazioni retoriche o ideologiche. Ecco dunque una nuovo post da un pisano emigrato a Milano...

LA PRECARIETA' NON ESISTE

Mi chiamo Antonio e ho 23 anni.
Ma se vi faccio vedere il mio curriculum forse me ne dareste
trenta.
Perchè oltre ad aver studiato 4 anni all'università,
dopo essermi diplomato al liceo scientifico, ho lavorato
in quattro agenzie grafiche milanesi di cui una di fama
mondiale e ho collaborato con l'università di milano
Bicocca in qualità di web designer.
Per la mia giovane età la maggior parte di voi potrebbe
pensare che sono un raccomandato o un leccaculo,
altri che sono un talento. Delle tre valgono solo la prima e
la terza, solo che le mie raccomandazioni sono amicizie
familiari
mentre il talento è solo mio e inoltre, nei lavori che ho
svolto, il mio talento è rimasto inutilizzato e se non
fosse stato per me forse sarebbe già seccato.
La mentalità a milano per i lavori che riguardano il
cervello consiste nello sfruttamento a pieno delle idee che
ne escono. Il problema
è che a milano non esistono lavori dove c'è la
necessità di esprimere delle idee, il tutto è legato a
un fortissimo legame con quello che già
è stato fatto. E questo riguarda la grafica come tutto il
resto. E' una città molto più vecchia di quello che
pensate.
La motivazione è che i "capi" hanno un'età che va dai 50
in su, e molti di essi non sanno allegare dei file alle
mail. Altri sono dei patetici ultratrentenni
vestiti con i pantaloni slavati, le magliette bicolore con i
numeri sopra, e le scarpe da ginnastica basse. Lo scopo
primario della mia vita è diventato
quello di non assomigliare a loro in nessuna maniera, se mai
mi si presenterà l'occasione di contare qualcosa in tutto
questo scambio di monete.
Lo stipendio più alto che ho ricevuto sono state 350 euro
al mese. Di fronte a questa strepitosa offerta ho svolto il
mio lavoro in maniera del tutto parziale
causando la furia dei miei datori di lavoro. Loro del resto
non potevano che accontentarsi poichè era estate e non
avrebbero trovato nessuno per sostituirmi.
E ho continuatro così più o meno fino alla fine, tanto
il contratto non me l'avrebbero rinnovato lo stesso.
Una volta terminato il contratto (dicembre 2006),
nell'attesa che qualche altra conoscenza potesse darmi un
altro impiego, ho cercato di fare da solo.
Memore delle passate esperienza ho deciso di rivolgermi ad
agenzie interinali che avevano offerte per grafici. Mi
faccio 4 orribili fototessere
stampo dei curriculum e mi presento. E' passata quasi una
settimana e non ho saputo più niente, evidentemente hanno
annusato il mio animo ribelle
e non vogliono fare brutta figura. Per fortuna quando sono
tornato da pisa a milano ho preso il treno delle 5.22 che
non ferma a milano centrale bensì in una stazione
secondaria che è Lambrate.
Fresco di ritorno e con l'intento di trovarmi un lavoro
scorgo su un palo della luce appena fuori dalla stazione un
volantino tipo quelli che appendono gli studenti
per cercare dei compagni di casa. Solo che c'era scritto "
CERCHI LAVORO?"(cazzo se lo cerco!), così stacco il numero
lo infilo nella giacca e vado a casa.
Quel foglietto il giorno dopo l'ho anche perso, per cui sono
duvuto tornare alla stazione sperando che i numeri non
fossero definitivamente staccati.
Ho fatto diverse chiamate senza che nessuno rispondesse, ma
nel pomeriggio qualcuno mi ha risposto e ho fissato un
appuntamento per la sera stessa alle 8.
Si trattava di volantinaggio, la paga 5 euro l'ora per tre
ore al giorno dalle 9 alle 12. Un lavoro che mi permette di
guadagnare circa trecento euro mensili ma senza avere la
spesa del cibo giornaliero.
A Gennaio mi arrangerò così godendomi i pomeriggi liberi
ed i week end.
Non è affatto male, posso guardarmi in torno con tutta
tranquillità, mandare curriculum, e sfamare il mio
cervello con foto, filmati e lavori di grafica senza dover
tenere di conto a nessuno.
Ho in progetto di lasciare l'italia entro settembre.

38 commenti:

working class ha detto...

A parte la bellezza di questo testo,sembra che la fame aguzzi l'ingegno. Ad Antonio non bastano le scuole specializzate, i tirocini (cioè lavori gratis a tempo pieno) per via di un sistema nel quale lavorare nella comunicazione diventa un privilegio. E' così la lettera di Antonio si ricollega a quella dell'anonimo Fiorentino che prende cento euro al mese da due anni per fare di tutto, dalle fotocopie al "cool hunting" (ATTIVITA'SUPERPAGATA A N.Y.C.). Ad Antonio dico che il suo talento ha appena cominciato a sbocciare. Infatti me lo immagino come una rosa di roccia purissima che tradotto vuol dire " uno creativo, sensibile e con le palle". Se non ce la fai tu, non ce la fa nessuno.
Aldo

Anonimo ha detto...

la precarietà non esiste, non ne sono sicuro. ci sono dei modi per evitarla, di questo sono più convinto. anzi, ripensandoci, di modi, uno solo, come ho scritto in un altro post: darsi da fare. aspettare seduti che qualcuno(poi magari capita anche, chi lo sa come va la vita) passi e ci porti a lavorare...
antonio ci dimostra che se uno ha fame, in che senso lo avete capito, un lavoro lo trova.
hai voglia poi di dare le colpe al governo.

miki

Anonimo ha detto...

ci sono davvero dei modi per evitarla?io non credo.. o almeno non in alcuni ambiti. Negli ultimi anni si è fatto un abuso eccessivo della flessibilità, come se il modo di lavorare a cui eravamo (o meglio erano) abituati fosse sbagliato, un gravissimo errore da dover rapidamente cancellare con un'impennata legislativa. In questo senso vi invito a guardare "Gli esternalizzati" all'indirizzo http://www.media.rai.it/mpmedia/0,,report^13551,00.html ; da questo brillante servizio si capisce come il precariato molte volte sia inevitabile.

Anonimo ha detto...

Adattarci, anzi che evitarla... Anzi, forse sarebbe meglio Abbassarci ad arrangiarsi... Uno fa quel che può... Al mio ragazzo è stato offerto un lavoro x 4 ore... LA sostituzione di un magazziniere, beh, vogliamo parlarne??? Invece di passare il giorno a sfogliare giornali con gli annunci, si è messo la giacca ed è andato a "lavorare". Uno fa quel che può... e chiaramente cerano le trattenute...
In bocca al lupo genio ex pisano-ora milanese del disegno! Tieni duro!! Tra qualche anno ti mando mio fratello e magari mettete su un ufficio di grafica... ;)

Anonimo ha detto...

Scusate boys, ma credo che il titolo della lettera fosse una provocazione.
Non esiste la precarietà del tg1, esistono tante precarietà, che molti di voi non hanno ancora dovuto assaggiare. Comunque sono felice di vedere una maggiore partecipazione di tutti al blog. coraggio sbilanciatevi.
a.a.

Anonimo ha detto...

nel moooondo solo un paio di cose non si possono evitare, il resto, fra cui la precarietà, si può evitare.
tutto sta nel volerla superare.
se rinuncio a 1524 lavori perchè non li ritengo consoni alle enoooormi qualità acquisite negli anni e poi vado in giro a dire che della precarietà non si può fare a meno c'è qualcosa che non torna in quella persona. siamo sempre allo stesso punto: o non ha fame o è un c.
la precarietà è evitabile. bisogna "solo" arrangiarsi nei modi in cui superarla.

miki

Anonimo ha detto...

Miki sono d'accordo con te!!Hai detto una cosa sacrosanta!!E' vero che la precarietà c'è, ed è anche vero che non è assolutamente un fattore positivo.Però facciamo presto a lamentarci di questo, quando magari molti rifiutano posti di lavoro, perchè inadatti alle loro aspettative.Guardiamo invece quanti extracomunitari girano nelle nostre città e fanno lavori umili o faticosissimi per guadagnare una miseria.Non dico mica che non sia giusto aspirare sempre al meglio, però è vero anche che dobbiamo adattarci, per lo meno per le prime esperienze.Sarebbe troppo bello trovare subito la pappa scodellata, ma così sarebbe anche troppo facile, quindi esporci al rischio e addentrarci nelle difficoltà è il miglior modo per capire la realtà che ci circonda e per poter provare a migliorare qualcosa.Rimbocchiamoci le maniche e cerchiamo di essere un pochino più modesti. Antonio è un grandissimo esempio di come si fa ad accettare all'inizio un lavoro mal pagato, per poi dopo cercare qualcosa di meglio e di più soddisfacente(a proposito ti faccio un mega in bocca al lupo!!Hai delle ottime capacità e spero che qualcuno riesca ad apprezzarle e a farne tesoro nella misura più giusta) Quando qualcuno ha davvero bisogno di lavorare deve adattarsi più che può, anche se è difficile..

Anonimo ha detto...

che bisogna rimboccarsi le maniche sono la prima a dirlo, ma forse non ci troviamo su due punti: il primo è che la precarietà non è un momento di passaggio per avere poi chissà quali occasioni, ma una situazione di stallo che obbliga 40enni ad accettare 350euro al mese. IL secondo è che all'interno di alcune categorie la tanto acclamata flessibilità è una soluzione scelta consapevolmente non da chi si offre al mondo del lavoro, ma da chi domanda : il fatto di ricorrere ad agenzie interinali o cooperative toglie una sacco di problemi ai datori di lavori nel momento in cui devono cercare possibili dipendenti, ma non crea alcun vantaggio al lavoratore stesso che vede i suoi introtiti nuovamente ridotti dal momento che nel meccanismo si va ad inserire un nuovo elemento di passaggio, desideroso di fare la cresta sullo stipendio. Uno s'inc---- per forza quando sa che l'unico modo di lavorare è adattarsi a queste condizioni che non sono affatto temporanee (dati alla mano, non è una mia constatazione). ah!dimenticavo.. le colpe al Governo le do e come quando non lavora in modo responsabile: ero capace anch'io a cercare di diminuire la disoccupazione frantumando l'occupaizone che già c'era. Per favore, non prendiamoci in giro, evitare la precarietà non è accettare tutti i lavori mal pagati che ti passsano sotto le mani, ma è avere le doti e soprattutto i calci nel sedere per metterti su una poltrona che non salterà da un momento all'altro.

Anonimo ha detto...

del primo direi che la precarietà POTREBBE...(e tutto quello che hai detto te ma fino alla virgola)
sul secondo punto mi trovi d'accordo. dopo la virgola, situazione di stallo che obbliga 40enni ad accettare 350euro al mese, non saprei: i dati ci sono e nessuno li discute. io comunque in aggiunta direi: nessuno obbliga nessuno. obbligato lo diventi se prima dei 40 a livello di studio ed esperienza lavorativa non ti sei impegnato un gran che. con altre parole: l'obbligatorietà di accettare certe condizioni è dettata dal costruito, o meglio dal non costruito nel proprio passato.
non credo che l'unico modo di lavorare sia rivolgersi ad agenzie interinali.
evitare la precarietà non è accettare tutti i lavori mal pagati che ti passsano sotto le mani, cierto e chi lo ha mai detto.
io dico: la precarietà è ANCHE accettare tutti i lavori(mal pagati non è sempre vero) che ti passsano sotto le mani e avere le doti per cercare di trovarsi una condizione lavorativa, come dire, più adatta al ruolo di adulto.
per quanto riguarda i calci nel sedere, se non ce li hai stai ugualmente bene ma se ce li hai non soffri più di tanto.
spero che si colga il senso

Anonimo ha detto...

Miki, pardon, ma io sono veramente delle stesse identiche idee di susanna. Uno si può adattare quanto vuoi al lavoro temporaneo, al primo "impiego" che trova... Ma posti fissi non ci sono! E non riuscirai mai a trovare un posto stabile se (adattandoti) inizi a lavorare 3 mesi in catena di montaggio, 2 al mercato ortofrutticolo, 1 come segretario, 3 come camionista... Via...
Possibilità di carriera? NO, perchè le imprese non ti assumeranno mai.
Buoni guadagni? NO, perchè quasi sempre cercano apprendisti, che vengono sottopagati.
Riuscirai mai a specializzarti in un settore? NO, perchè un vero precario che si adatta a tutto, saprà fare UNO PO' di tutto, ma non avrà conoscenze specifiche in alcun settore, perchè una persona non si può professionalmente formare in 3 mesi.
Sicurezze? NESSUNA: Mutuo per la casa? NO, perchè non puoi dare garanzie (a meno che i tuoi genitori con pensione da fame non firmino per te). Macchina? E quando mai, se non arrivo neppure alla fine del mese?
Senti, uno può adattarsi 5, 10, forse ance 20 anni...
Ma fare il pagliaccio saltando da un lavoro all'altro, adattandosi a tutto per non ricevere niente, per tutta la vita. quello no. Proprio non lo tollero.

Anonimo ha detto...

Ciao giulya, non ho parlato di posti fissi o cose simili(poi che posti fissi non ce ne siano è tutto da vedere...). quando dico che ci si dovrebbe adattare non sto dicendo che fare ciò comporterà l'acquisizione certa, matematica, assoluta, inopinabile, provata, indiscutibile, di un buon posto. però il fare ciò per me è una condizione necessaria, una direzione da imboccare se si vuole mirare a qualcosa di più adulto. quantomeno l'adattarsi ci sarà servito per acquisire esperienza. che io sappia: si parte dal basso per arrivare in alto. e nella parte bassa per me c'è anche la voce "adattarsi al sacrificio di adattarsi". d'altra parte pretendere di arrivare al "buon posto" senza gavetta è dura(al limite rientra in gioco il discorso che ho fatto nell'altro commento relativo ai calci nel sedere, ma facciamo l'ipotesi, ardua, che robe di questo genere non ce ne siano). tornando a noi, il mettere in pratica la suddetta voce ci servirà anche per capire che è bene aspirare a qualcosa di più.
iniziare col farsi esperienza in qualche lavoro, anche e soprattutto non di nostro gradimento, può essere una strada per arrivare ad un lavoro più adulto.
e se per voi lavorare un po' in qua un po' là non permetterà mai di trovare un posto stabile qual è la soluzione?andare a rubare?!
per me è quella che ho appena detto che tradotto significa: muovere il c*** in ogni caso, sempre.
e poi come ho già detto: ci si può anche sedere e sperare che qualcuno ci porti a lavorare.
estremizzando, il sapere fare un po' di tutto, come dici te, a mio avviso, permette ad una persona di potersi scegliere un lavoro che sia un lavoro. certo non è fare il pagliaccio.
al contrario, come potrei io disimpegnarmi in un'attività decente se non ho un po', non dico tanta, un po' di esperienza alle spalle. Bè, si può sempre imparare. il fatto è che la persona che ha già un’esperienza magari viene assunta, io no perché devo ancora imparare.
Insomma, dalla precarietà e bisogna saperci uscire e perchè no anche saperci stare. il biglietto d'ingresso è gratuito, su questo siamo d’accordo. il prezzo da pagare per uscirne è alto (adattarsi al sacrifico di adattarsi, per esempio), ma è una, purtroppo, delle poche soluzioni per ottenere qualcosa di bello nel futuro.

miki

care ha detto...

è vero la precarietà la può evitare ma a vent'anni, a tren'anni o più con una famiglia sulla spalle cerchi un lavoro sicuro che ti dia almeno 800 euro al mese. sai finchè sei giovane e studi vai a fare volentieri il volantinaggio tanto c'è mamma e papà che ti coprono le spalle e ti pagano gli stravizzi (premetto non per tutti è così) ma quando hai una famiglia con il c***o che vai a fare volantinaggio, o se lo fai lo fai per secondo lavoro giusto per arrotondare la miseria di stipendio che prendi. Alcuni precari di oggi sono quelli persone che non hanno voglia di lavorare, che non voglio cospargersi il capo di cenere e dire: " cavolo se non lavoro non mangio, e meglio di nulla finchè non trovo qualcosa di certo, faccio questo e quest'altro". A me la gente mi fa ridere quando dice" deh mai sono laureato e lavoro lo voglio solo della mia specializzazione"...ma deh bellino mica aspettano tutti te che esci dall'università...intanto fai qualcosa invece di stare con le mani in mano...vabbè ho imprecato abbastanza...a me mi urtano particolarmente le persone che non fanno nulla per migliorare la loro esistenza, se vuoi un lavoro lo trovi e ripeto SE VUOI!!!
cristi

Anonimo ha detto...

le persone che non fanno nulla per migliorare la loro esistenza, se vuoi un lavoro lo trovi e ripeto SE VUOI!!!

brava è questo

miki

Anonimo ha detto...

non avevo più intenzione di commentare dal momento che ormai era diventata una cosa tra me e Michelangelo senza via d'uscita, ma dato che si sono aggiunte due interlocutrici, rilancio.
Sapete cosa mi fa inc------ di quello che hanno detto Miki e Care?(premetto sono una persona un po' focosa tutto quello che dirò non avrà il ben che minimo scopo di offesa, chi mi conosce lo sa) Il fatto che tutto ciò che avete detto in risposta ai miei commenti e a quello di Giulya e compagnia non è minimamente contestualizzato. Io ho fatto precisi riferimenti a situazioni lavorative, con tanto di link dove andare a prendere il materiale, e voi???Non avete fatto altro che narrarmi la buona novella!CHE la condizione dell'uomo è difficile e in questa sua lotta contro il male le uniche armi che ha a disposizioni sono il "farsi il c---", "mangiare m----" e così via e così via.. Ma questo non è evitare la precarietà. Questa è una dichiarazione di intenti che va bene in qualsiasi epoca storica e con qualsiasi condizione sociale possibile. E poi scusate..Se per voi basta DARSI DA FARE, tutti gli altri che credono che l'accesso, la permanenza e la scalata nel mondo del lavoro siano cambiati sono degli imbecilli?per voi le riforme non hanno avuto alcun peso, perché secondo voi c'è modo di "evitarle".. Ma si può evitare una legge?!?!?NOn mi risulta... Ma è quello che state sostenendo..
Forse il problema è un altro, più propriamente terminologico. Perché per Michelangelo (dico solo quello che ho capito dai tuoi post) evitare la precarietà vuol dire lavorare in maniera continua, adattandosi e cercando di accettare lavori indipendenemente dalle nostre aspirazioni, dalle nostre qualifiche, dai soldi che abbiamo speso per ottenre una formazione.. ..in attesa... della ricompensa!perché lui crede che un giorno, poiché siamo stati pazienti e laboriosi, siano naturale per noi, dopo aver fatto la giusta gavetta, ottenere un lavoro dignitoso. Mi dispiace dover infrangere questo tuo sogno, ma è proprio questa la precarietà: lavorare per molto tempo, in maniera continua si, ma a contratto/a progetto ecc ecc insomma... una cozzaglia infinita di mansioni che non ti danno qualifiche, ti danno l'illusione di essere parte del sistema, di non essere un nulla facente, ma uno che si sta facendo le ossa.. ILLUSO!se sei in quella posizione sei ufficialmente un dannato precario, uno che è stato emarginato nel momento esatto che ha completato la sua formazione e ha solo pensato di entrare nel mondo del lavoro. E cari miei questa non è gavetta, la gavetta è quando ti metti a 90 e ne prendi tanto che quando non ce la fai veramente più allora sei pronto per cavartela da solo in un mondo di sciacalli. Sei ancora convinto di poter evitare la precarietà???

Anonimo ha detto...

ciao susi, sì non preoccuparti è uno scambio di pareri, ci mancherebbe. non ti conosco molto ma insomma...anch'io comunque nel rispondere, assolutamente non offensivo o cosa.
io ho detto "quando dico che ci si dovrebbe adattare non sto dicendo che fare ciò comporterà l'acquisizione certa, matematica, assoluta, inopinabile, provata, indiscutibile, di un buon posto. però il fare ciò per me è una condizione necessaria, una direzione da imboccare se si vuole mirare a qualcosa di più adulto. quantomeno l'adattarsi ci sarà servito per acquisire esperienza. che io sappia: si parte dal basso per arrivare in alto. e nella parte bassa per me c'è anche la voce "adattarsi al sacrificio di adattarsi" e potrei fare il copia incolla di tutto il post precedente, nonchè di altri post.
questa di cui parlo è una soluzione possibile. per voi qual è?io ho scritto andare a rubare ma non credo che sia condivisibile. quindi qual è per voi la soluzione per evitarla?non evitarla?essere impotenti?portare dei dati e dire "vedi, la precarietà esiste" non lo so.
non condivido la tua idea di gavetta, ma questo è un altro discorso
si non è contestualizzato ciò che dico.io ti parlo per MIA esperienza lavorativa, solo mia. non è molto, non è contestualizzata e contestualizzabile, ma ciò di cui si sta parlando credo di saperlo pur non avendo dati o altre robe per le mani.
tu hai dei dati, ma hai anche esperienza/e lavorativa/e alle spalle e/o in corso?
purtroppo, per fortuna o per sfortuna, quella cozzaglia di mansioni come dici te io ritengo sia un passo dovuto.
fare gavetta non vuol dire farsi incu****. mettersi a 90 è farsi incu****, punto. e credere di non poter uscire dalla precarietà è farsi incu****
io non ho mai negato l'esistenza della precarietà, ho parlato di un modo possibile per fronteggiarla. tutto qui
lo ridico: ci si può anche sedere e mentre si sta leggendo dei dati sperare che qualcuno ci porti a lavorare.
e se per voi non esiste soluzione perchè ci siamo iscritti ad un cdl. se per propria cultura, ok, mi sta più che bene. al contrario, tanto vale fermarsi alla licenza elementare

miki

Anonimo ha detto...

Ok Miki (premesso che mi ritrovo sempre più daccordo cun Susanna),
lasciamo perdere i dati che ti dicono che in Italia ci sono 7000 precari. Che il governo (anzi, I governI) hanno cercato di fronteggiare la mancanza di posti di lavoro, non creandone di nuovi, ma frammentando quelli già esistenti... Lasciando perdere tutte le garanzie che una persona che lavora un mese si e uno no non può avere: cioè un posto fisso (vabbeh, scontato), delle garanzie, la possibilità di organizzarsi non soltanto la vita a lungo termine del tipo "tra 50 anni con i soldi della pensione comprerò una casa in Brasile e passerò la 8 mesi l'anno" (Impossibile, primo perchè tra 50 anni non sarai in pensione, ma forse tra 75 starai ancora saltellando -con la mazza- da un lavoro all'altro insieme ai ventenni; secondo perchè con lo straccio di pensione che forse ti toccherà, riuscirai a comprare si e no una casa delle bambole... direi che potresti comprarla a rate, ma dato che non puoi dare garanzie perchè non sei un lavoratore fisso, le rate non puoi farle!)
Insomma... Inutile starmi a ripetere... come la penso lo vedete in tutti gli altri miei post.
E non sarà facile farmi cambiare idea!!
Miki, te dici che uno si fa esperienza e quando porti un Curriculum guardano quanti lavori hai fatto... sbaglio? forse ho capito male, in tal caso correggmi!
allora ti metto di fronte a questi 2 curriculum: MARIO, 48 ANNI, esperienze lavorative: PIZZERIA, BARMAN, CATENA DI MONTAGGIO, GIARDINIERE, ADDETTO ALLE VENDITE, CASSIERE ALLA COOP, CAMERIERE, CAMIONISTA, ... ************ GIOVANNI, 32 ANNI, LAUREATO IN INGEGNERIA, TIROCINIO DI DUE ANNI PRESSO UN'AZIENDA "LEADER NEL SETTORE".
Tu sei un ingegnere e hai bisogno di un aiutante. chi prenseresti?
Premieresti il povero disgraziato che ha fatto tanti lavori quanti capelli ha in testa (o aveva in testa dato che ora per quelli che ha perso per l'età e quelli che si è strappato non gli è rimasto granchè...), che ha avuto molte esperienze lavorative, molto dversificate, e quindi senza alcuna specializzazione...
Oppure il novello laureato che ha fatto uno stage di 2 anni...
insomma?
Aspetto la tua answer...
Forse nella vita ci vuole cXXX, forse basta mettersi a 90, forse bisogna adattarsi...
Forse ho banalizzato la situazione... ma questi non sono i dati che tanto odi te... è un esempio di quello che succede veramente!
Alla prossima!

Anonimo ha detto...

ciao giulya,
non so potrei prendere quello che ho scritto su un altro post."situazione di stallo che obbliga 40enni ad accettare 350euro al mese, non saprei: i dati ci sono e nessuno li discute. io comunque in aggiunta direi: nessuno obbliga nessuno. obbligato lo diventi se prima dei 40 a livello di studio ed esperienza lavorativa non ti sei impegnato un gran che. con altre parole: l'obbligatorietà di accettare certe condizioni è dettata dal costruito, o meglio dal non costruito nel proprio passato.
la precarietà è ANCHE accettare tutti i lavori(mal pagati non è sempre vero) che ti passsano sotto le mani e avere le doti per cercare di trovarsi una condizione lavorativa, come dire, più adatta al ruolo di adulto".

io parlo di studio ed esperienze lavorative. ci dovrebbero essere entrambe.
se te mi proponi il c.v. di uno che ha fatto solo lavori ma non ha un titolo di studio alle spalle valido(tu nel primo c.v. non hai parlato di titolo di studio) e nell'altro c.v. si parla di un laureato è ovvio quale sia la mia riposta.
ma se a parità di titolo di studio, la persona ha pure svolto alcuni lavori, che gli hanno permesso di acquisire esprienza in più di un settore, io come aiutante vorrei quest'ultima persona. te quale sceglieresti?
il saltare da un lavoro all'altro, ma anche questo l'ho già detto, per me è un inizio verso qualcosa di più adulto. ma solo un inzio! sta alla persona proghedire, evolvere, cercare qualcosa di sempre migliore e possibilmente, possibilmente, in linea con quello che ha studiato(ecco che ritorna uno dei due fattori: il titolo di studio). no perchè se poi non dispone neanche di un titolo buono, addio!
sul fatto che il governo non dia grandi aiuti siamo un po' tutti d'accordo. ma allora? cosa si vuol fare?per me la soluzione è quella che cerco di spiegare da qualche post compreso questo.
il buon lavoro lo si trova se ci si fa un po' di culo o ci si è fatto un po' di culo all'inizio. poi si può anche avere culo(fortuna)
voi cosa proponete in definitiva?no perchè o non ho letto io o di soluzioni voi non ne avete dette.
dati.

miki

Anonimo ha detto...

Bravo, infatti non ci sono soluzioni ed è quello che cerco di farti capire. ATTENZIONE!io credo che il tuo errore stia proprio nel non renderti conto che nemmeno la tua sia una soluzione. Perché di soluzioni non ne abbiamo. tu non eviti la precarietà, la vivi, così come la vivrò io e chiunque altro... con la sostanziale differenza che io ho la presa di coscienza di essere una marionetta che subisce gli eventi; tu invece credi di compiere delle scelte e di poter evadere dal tuo destino, in realtà ci sei dentro quanto noi. Quello che ci resta da fare è cercare di arrangiarci il più possibile, per dipingere il futuro un po' meno nero di quanto sarà. (O prendere le armi in mano, ma questa è un' eventualità che non molti mi appoggiano..)

Anonimo ha detto...

la precarietà, se posso la evito, e fin qui grazie che scoperta, ma se mi ci trovo cerco di arrangiarmi, guarda caso.

per voi soluzioni non ci sono. bè finalmente vi siete sbilanciati.so che doveva essere chiaro ma non lo avevo capito. e mi sembra pure che siate d'ccordo su quello che vado dicendo io: cercare di arrangiarsi il più possibile. non sarà certo una soluzione brillante, ma è pur sempre più soluzione della vostra.

arrangiarsi è fare delle scelte

vedrai che un giorno ti troverai in un buon lavoro e manderai in culo quelli che ti parlavano di precarietà

miki

Anonimo ha detto...

Te lo auguro tanto di poter trovare un buon lavoro, un giorno.
Per me la precarietà esiste e come.
Il problema è che non esistono soluzioni se non quella di adattarsi, vale a dire di rassegnarsi a una vita di M.....
con tutte le cnseguenze che ho spiegato in 1000 post.
Vedi te. tanto qui mi sa ch non arriviamo da nessuna parte, ognuno continua ad avere la sua idea.
Anche io ti parlo per esperienza personale.
E ti dico che può darsi che tu faccia bene ad essere così convinto di poter avere un futuro certo dato da un lavoro certo.
Per me è solo illusione.

Anonimo ha detto...

Ciao MIki, sono Luca il ragazzo di Giulya. Non ho potuto fare a meno di leggere tutte le idiozie che hai scritto sullla precerietà.
Mi fa pacere vedere(in questo caso leggere)che al giorno d'oggi ci sia rimasto qualcuno illuso che pensi che la precarietà si possa evitare.
Per quanto mi riguarda sono circa due anni che cerco di trovare una soluzione alla precarità,e ti prego vivamente di illuminarmi su cosa possa fare...
Ti dirò di più. Ho lavorato in una ditta dove c'era gente che da anni lavorava lì e un bel giorno hanno deciso, prima, di fare un bel taglio del personale e con la gente rimasta metterne la maggior parte in cassaintegrezione. Spero che tu sappia cosa significa...
Se vuoi deliziarmi con altre tue "perle di saggezza" scrivimi pure.


Luca.

Anonimo ha detto...

cosa ne pensi dell'ultimo post quello col titolo "quel tipo di lavoro è jurassico"?adesso non ho molto tempo per risponderti.
quella che tu porti ad esempio è una realtà purtroppo vera di cui nessuno nega l'esistenza.
io sto parlando di un'altra realtà, per fortuna esistente, di una realtà per la quale ci vuole sacrificio, voglia , ambizione, magari anche un titolo di studio buono, perchè di persone che hanno un discreto lavoro, che guadagnano discretamente, che amano il loro lavoro, che s'impeganano, ci sono.
tu possiedi qualche qualità di quelle che ho detto?

Anonimo ha detto...

però, rassegnarsi ad una vita di merda. scusa ma allora che ci stai facendo all'università?
tano vale, data la tua visione così pessimistica, è iniziare subito a lavorare, quantomeno inizi a versare da subito i contributi.
ovviamente i miei toni sono più che tranquilli.

miki

Anonimo ha detto...

Buongiorno Miki...
Si, infatti non sono sicura che l'università sia stata una buona scelta... perchè mi sa che finirò davvero a fare la commessa.
Ma purtroppo ho fatto il Liceo linguistico, che non offre molte posiblità... Magari se avessi fatto ragioneria le cose sarebbero andate diversamente... Cmq ho scelto questo corso di studi perchè mi piaceva e perchè pensavo potesse portare al tipo di lavoro che avevo in mente.. Può darsi che i riesca. può darsi di no.
La vita di mxxxx è riferita a quelli che hanno studiato e che si vedono costretti a fare lavori non appaganti magari perchè non hanno le possibilità economiche per sbrigarsela da soli...
Non so... non ci capisco più niente.
Ah, anche i miei toni sono pacati... il fatto è che a volte mi inalbero su certe cose... e dovendo scrivere sempre in fretta e furia forse non mi spiego troppo bene...
Desolée...
Il post di Antonio è stupendo... perchè non ha ancora risposto nessuno? Forse perchè ha ragione a dire che siamo jurassici anche noi a parlare sempre delle stesse cose?...
Bye bye...

Anonimo ha detto...

Buongiorno Miki...
Si, infatti non sono sicura che l'università sia stata una buona scelta... perchè mi sa che finirò davvero a fare la commessa.
Ma purtroppo ho fatto il Liceo linguistico, che non offre molte posiblità... Magari se avessi fatto ragioneria le cose sarebbero andate diversamente... Cmq ho scelto questo corso di studi perchè mi piaceva e perchè pensavo potesse portare al tipo di lavoro che avevo in mente.. Può darsi che i riesca. può darsi di no.
La vita di mxxxx è riferita a quelli che hanno studiato e che si vedono costretti a fare lavori non appaganti magari perchè non hanno le possibilità economiche per sbrigarsela da soli...
Non so... non ci capisco più niente.
Ah, anche i miei toni sono pacati... il fatto è che a volte mi inalbero su certe cose... e dovendo scrivere sempre in fretta e furia forse non mi spiego troppo bene...
Desolée...
Il post di Antonio è stupendo... perchè non ha ancora risposto nessuno? Forse perchè ha ragione a dire che siamo jurassici anche noi a parlare sempre delle stesse cose?...
Bye bye...

Anonimo ha detto...

buongiorno a te giulya,
bè è una buona motivazione quella che ti ha fatto scegliere questo corso.
dai bisogna darsi da fare, davvero. vuoi non vuoi non ci sono molte altre soluzioni.
sì non preoccuparti se ti inalberi.
è jurassico sì cio a cui ci stiamo parlando noi: le possibilità di un buon lavoro ci sono. certo va bisogna faticare per trovarlo. ma c'è questa possibilità. c'è la possibilità di un lavoro appagante. dai giulyyyyyyyyyyyyyyyya

dai fai un commento in quel post jurassico


miki

Anonimo ha detto...

Caro Miki... ti rispondo subito:
Sacrificio, voglia, ambizione e titolo di studio di certo non mi mancano.
Ho un diploma di liceo linguistico e mi sto organizzando per prenderne uno di ragioneria...
Io purtroppo non ho una ditta o una azienda già avviata dai miei genitori e dunque mi sono dovuto rimboccare le maniche e spesso e volentieri ho dovuto subire e fare finta di nulla sperando che una volta arrivati alla fine del contratto me lo rinnovassero. Beh mi sono illuso alla grande!!! Non so se ti sei mai affacciato sul mondo del lavoro ma a quanto pare da quello che dici mi sa che non sai nemmeno nemmeno cosa vuol dire.
Magari prima di dire altre castronerie solo perchè hai un buco sotto il naso cerca di capire cosa voglia dire entrare nel mondo del lavoro.
Magari con la tua ambizione e con tutti i tuoi titoli di studio ci riesci.
Te lo auguro vivamente.

Anonimo ha detto...

ma credi davvero che io abbia scritto tutti quei commenti solo per sentito dire? non dovrei essere io a dirtelo, ma non ti sembra un pochino affrettato trarre conclusioni, da un paio di righe, su una persona che neanche hai mai visto?
e poi, ma chi ha mai detto che ci vuole una ditta di famiglia per avere un buon lavoro(dai basta con queste cose trite e ritrite). queste sono tutte tue convinzioni che ti porti dietro e che sarebbe ora di abbandonare. sei deluso e tutto, ma questo non ti autorizza a credere, o per di più a farci credere, che il mondo del lavoro sia tutto come il tuo.
inizia col leggere quel tipo di lavoro è jurassico è intanto datti un'occhiata intorno a te.
perchè non fai un commento agli ultimi due post, così vediamo di spostarci
e comunque, se le tue sono constatazioni, ok. ma non fare la vittima

miki

Anonimo ha detto...

Allora caro mio studente presuntoso: per prima cosa non faccio la vittima ma al contrario di te dico cose che ho vissuto in prima persona, seconda cosa,carissimo saputello non ti sto affatto giudicando, sto solo rispondendo alla marea di stronzate che stai scrivendo,e credimi sono veramente tante.
Il post l'avevo letto(comunque grazie per il consiglio). E ti dirò di più, l'occhita in giro è tanto che l'ho data e la sto dando ancora, sarebbe l'ora che sia tu a dare una bella occhiata in giro invece di vivere nel tuo mondo illusorio dove tutto è perfetto; dove trovare il lavoro FISSO non è un problema e MAGARI avere anche una famiglia felice che la sera ti aspetta quando la sera rientri a casa.Ti picerebbe vero?
Ti posso dire una cosa?
SVEGLIATI!!! ma te credi davvero,una volta uscito dall'università, di trovare il lavoro per il quale hai studiato tutti qusti anni?! Meno male la speranza è l'ultima a morire..
AUGURI.

Anonimo ha detto...

mi dispiace averti fatto perdere il carattere(e poi chissà per cosa).
la tua condizione disagiata di lavoratore non ti autorizza ad utilizzare i toni che stai usando. io non ti ho mai offeso
detto ciò non credo nemmeno che valga la pena risponderti più anche se ci sarebbero tante cose da dirti. tanto non capiresti quello che ti voglio dire e a risponderti, comunque sia, non vorrei dare maggior voce al tuo sfogo alquanto volgare.
e se hai letto il post dicci cosa ne pensi ma possibilmente con un linguaggio migliore, se ne sei capace.


miki

Anonimo ha detto...

scusami davvero giulya ma non ho potuto fare altrimenti

miki

Anonimo ha detto...

Sai cosa Miki? Forse è imbestialito lui quanto me, perchè abbiamo assaggiato entrambi il mondo del lavoro, e perchè ci fa andare su tutte le furie sentire che qualcuno (in questo caso te, ma potrebbe essere chiunque) dica che la precaretà non esiste, che il lavoro si trova, ecc ecc...
I dati ci sono: la precarietà esiste eccome, in diverse forse, più subdole, più evidenti... ma c'è.
I problemi ci sono, eccome.
Forse Luca si arrabbia perchè è 5 anni che ci fa il cesto e non riesce a trovare un lavoro perchè il mondo va così, e te gli vai a dire che non ha forza di volontà o titolo di studio, o cos'altro gli hai detto.
Il titolo ce l'ha: diploma di liceo linguistico, come me. e infatti serve a poco o a niente. è colpa nostra??? Poi, forza di volontà??? Non glielo andare a dire, perfavore! Ti alzavi te tutte le mattine alle 5, 7 giorni su 7, per andare a fare i mercati, stare lì per 9 ore ogni giorno, in piedi, al gelo o all'afa, per prendere 50 euro in fondo al mese?
Uno si adatta. Se adattarsi, per te, vuol dire vincere la precarietà, va bene. Allora Luca, come gli altri 7 milioni, non è un precario. Perchè un "lavoro" a contratto, a termine, al nero, OGNI TANTO ce l'ha.
MA SE ADATTARSI NON è UNA COSA TEMPORANEA, MA L'UNICA CERTEZZA CHE DEVE SEGUIRTI PER TUTTA LA VTA, ALLORA NON SONO PROPRIO DACCORDO CON TE. Lì SI DIVENTA PRECARI VERI. PERCARI CON LA P SCARLATTA.
Detto questo, forse è meglio se la finiamo, e non lo dico perchè lo ha detto il Prof, come hai fatto te. Lo dico perchè lo avevo già detto e lo ripeto: questa discussione non porta da nessuna parte. Il succo del discorso è tutto qui: Per te la precarietà nn esiste. Per 7 milioni di italiani si.
E ti ricordo che il titolo "la precarietà non esiste" era provocatorio. Guarda il post di risposta del prof. del 25 gennaio.
Poi, cosa c'entra sucsarsi con me??? "Ho dovuto farlo"? Ma fate cosa volete! Cosa c'entro io nel mezzo?
Oh, nessun rancore, eh?

Anonimo ha detto...

Per prima cosa le tue parole non le prendo nemmeno in considerazione perchè dette da uno che il lavoro non sa nemmeno cosa sia non possono che essere solo fantasie.
Purtroppo alla tua meravigliosa risposta ha già risposto giulia ma solo perchè stavo dando un'occhita in giro...te non l'hai ancora fatto?
Invece di consiglirmi di scrivere cosa ne penso sul post che mi hai consigliato, vedi te di scrivere qualcosa di sensato perchè il tuo commento (se possiamo chiamarlo così) è pietosamente fuori luogo.
Il fatto che tu non voglia più rispondermi è dovuta dalla tua ignoranza sull'argomento vero?perchè se la vogliamo dire tutta non mi hai mai risposto giustificando le tue assurde opinioni.
Quello che ti dico io (e quello che ti dicono anche altri nei commenti), informati prima di esprimere un giudizio su questo argomento perchè non stiamo parlando di che tempo farà domani ma del nostro futuro!
Se tu provassi veramente a cercare un lavoro ti ricrederesti fidati. e ti assicuro che se al giorno d'oggi ti vuoi creare un lavoro, bhè, pensaci bene perchè non è tutto rose e fiori come dice il ragazzo nel post.
Ora se te la senti di argomentare le tue opinioni scrivendo qualcosa di sensato rendici partecipi grazie.


Luca.

working class ha detto...

Davvero Miki, si vede che non hai mai lavorato. Mi sono morso le labbra per non intervenire oltre. A parte che non sei neanche riuscito a capire che la lettera che apre il post è una provocazione, mi chiedo dove tu viva. Nella casa di barbie? E Susanna che ti risponde. Ma poi chi se ne frega delle opinioni di tizio e caio, portami dati, portami inchieste che dimostrano che la precarietà non esiste ed io... non ci crederò lo stesso, erpchè so come vanno le cose, ma avrai un bel voto come manipolatore di realtà.
a.a.

Anonimo ha detto...

Vai a lavorare, spalletonde

Anonimo ha detto...

dicevo a quello di prima, il cogliombero, Miki.

Anonimo ha detto...

allora lei mi deve dire come fa a sapere che io non sapevo che quel post fosse provocatorio. può darsi che anche i miei commenti avessero qualcosa di provocatorio, e che soprattutto io non ho mai lavorato?
mi sa che quello che non ha capito che il post è provocatorio è un'altra persona

Anonimo ha detto...

A me (come ad altri) sta venendo il dubbio che tu non sappia comunicare. Non rispondi a nessun commento, ripeti all'infinito il solito disco!
Visto che dici di aver lavorato, perchè non ci dici la tua esperienza e soprattutto perchè non ci sei rimasto?!
E poi specifica a chi era indirizzato il tuo ultimo commento se hai le palle!!!
Comunque vedo che sono tutti d'accordo con te per quanto riguarda il precariato..complimentoni.
Ci sono molti siti dove potersi documentare, se vuoi te ne do qualcuno. Ancora meglio sarebbe provarlo però.
Fammi sapere.


Luca.