sabato 3 marzo 2007

Scioperi e scioperati

Abbiamo visto cosa succede a dire un po' di cose vere in questo paese. Il professor Ichino lo avrebbero ucciso le B.R. perchè è un riformista e vorrebbe che lavorare per la Pubblica Amministrazione fosse un onore e non un privilegio. In Italia si uccide qualunque cosa non sia inquadrata in uno schema preesistente. Un uomo di sinistra che parla di " fannulloni" che infettano scuole, comuni, province e regioni? Figuriamoci.
In realtà è così ovvio. Articolo 1 della costituzione: " L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro" e allora lavoro sia. Chi difende i lavoratori dovrebbe difendere anche la meritocrazia, la qualità del lavoro, e invece. Invece partono cori di distinguo. E' ovvio che non tutti quelli del pubblico impiego sono fannulloni, non c'è bisogno di ribadirlo. Bisognerebbe parlare a voce alta di un paio di cosette tralasciate nel dibattito pubblico. La prima è che abbiamo una delle Pubbliche Amministrazione più numerose del mondo occidentale, in rapporto al numero di abitanti. Forse per assumere 350.000 precari bisognava aspettare che andassero in pensione 350.000 persone: se non vogliamo avere meno lavoratori nel settore pubblico cerchiamo almeno di non aumentarli. L'altra cosa da dire è frutto di un ragionamento un po' meno scontato. Partiamo proprio dai precari nel settore pubblico. Si è detto che queste persone ricoprono ruoli chiave da molti anni senza avere garanzie sul loro futuro. Giusto, ma chiediamoci perche! Forse, in quanto precari, non godevano dello stessa intoccabilità di quelli assunti a tempo indeterminato. Proviamo ad entrare nella testa di un "fannullone".
Ti hanno assunto 15 anni fa, con una raccomandazione, una spintarella. Volevi fare grandi cose dimostrando che il posto te lo meritavi. Rimanevi in ufficio fino a tardi, facevi proposte interessanti ai tuoi superiori , volevi lavorare. Anno dopo anno hai visto le tue capacità svilite e le tue ambizioni ridimensionate. Ogni tua proposta si è incagliata in un cassetto, persone con unaraccomandazione migliore della tua ti sono passate avanti ed hanno fatto carriera. C'è stata l'informatizzazione e i tuoi capi a stento hanno imparato ad usare la posta elettronica eppure sono sempre lì. Allora hai pensato, ma che cazzo me ne frega a me, il posto ce l'ho! Hai cominciato a lavorare staccando il cervello, anzi hai smesso proprio di accenderlo. Timbri il cartellino, prendi le tue pratiche, metti due firme, poi un'ora al bar. Al ritorno un'altro paio di firme e un bel giro sui siti porno fino alla pausa pranzo. Se abiti in una piccola città torni a mangiare a casa e già che ci sei ti fai anche una dormitina. Rientri con il sorriso sulle labbra perchè la giornata è già finita: un bel caffè con i colleghi, una mezz'ora a guardare i culi delle stagiste e si è fatta l'ora di andare. Sei sposato, hai una figlia, non sei felice ma neanche triste. Tra te e tua moglie ve la cavate bene e riuscite a fare ancora due settimane di ferie come negli anni 90.
Se escludiamo i veri e propri delinquenti e fusi di testa che tagliano lingue ai bambini, i fannulloni sono persone normali, sono i vostri vicini di casa, i vostri genitori, sono io, o sarei potuto essere io se fossi nato dieci anni prima. In questo paese il peccato originale è pensare alla cosa pubblica come ad un corpo estraneo. Questo si può spiegare storicamente con l'inefficienza dello stato, e forse si può anche giustificare: ma non possiamo più permettercelo. Che fine ha fatto nel frattempo il lavoro del nostro fannullone? E' stato passato ad un precario, naturalmente. Questi ragazzetti di oggi: cosa non farebbero per ottocento euro al mese meno la ritenuta d'acconto! Il Fannullone ha smesso di lavorare perchè nessuno lo può cacciare, ha un posto blindato. Il Precario si fa un mazzo così, perchè vuole che gli rinnovino il contratto, anno dopo anno, passando dal Sub-precariato ( collaborazioni a prestazione, stage, tirocini etc.)al precariato vero e proprio ( contratto C0.Co.Pro) ed un domani chissà, se il segretario dell'onorevole ci mette una buona parola, magari anche lui potrà avere la sedia ergonomica e le ferie pagate.
Facciamo il gioco di prima, solo che ora faccio il precario che lavora tanto e che è stato assunto dopo anni.
Cazzo quanta merda ho mangiato, quanti culi ho leccato, quanti stupidi sì, quante pratiche altrui, quanti soprusi... ora basta! Ora mi sposo e metto pure su pancia porca troia. Però voglio fare grandi cose, voglio realizzare quel progetto di comunicazione pubblica che ho proposto due anni fa, chissà dov'è finito, in questo computer non ci si capisce niente...facciamo così, ora vado a fare la spesa che ho il frigo vuoto e quasi quasi torno a a mangiare a casa...tanto ormai il posto ce l'ho e chi me lo leva?
L'occasione fa l'uomo ladro, ed il sistema crea il fannullone. Se tanto mi da tanto dovremo pagare altri precari che svolgano quella fastidiosa incombenza tra la colazione e l'aperitivo chiamata LAVORO.
( to be continued)




Tirocinio e Vaticinio

Comunicazione di servizio. I tirocinanti che hanno seguito il corso, svolto il lavoro e superato l'esame devono farselo certificare dal Dott. Acerbi. Come? Si scarica il modulo per il tirocinio dal sito dell'università , si contatta il suddetto Acerbi che certificherà la frequenza. Il modulo poi sarà consegnato dagli studenti al Prof. Stefano Villani. I lavori di tirocinio verranno pubblicati in audio su questo sito con una breve presentazione degli autori, sempre che questi siano interessati a farlo.
Contestualmente si invatoni gli studenti interessati alla realizzazione di una radio di ateneo ad aderire spedendo una mail a aworkingclass@gmail.com. Nota bene: qui non si afferma che l'ateneo metterà in piedi una radio ma solo che Working Class ha un progetto da proporre. La partecipazione è su base volontaria quindi preghiamo ai perditempo di astenersi ( nessun credito in omaggio).
Come cambierà il blog.
Da oggi entrerà in vigore un servizio di moderazione. Questo significa che commenti offensivi o superflui potranno essere rimossi.
Continuano ad essere ben accette le "storie di lavoro", meglio se in audio corredate da una sintesi scritta, la satira, i post di argomento tecnico sul podcasting e la web radio in genere,e qualunque altra cosa risponda alla ragione sociale del blog
. Questo è e rimane un audioblog aperto a tutte le opinioni. Approfittiamo dell'occasione per ringraziare i " collaboratori esterni" al corso. Continuate a mandarci i vostri contributi: da oggi non facciamo più differenza tra " quelli del laboratorio" e " gli altri", chiunque può diventare un nostro corrispondente.
Working Class non è una testata giornalistica e gli autori del blog non rispondono del contenuto dei commenti e delle lettere pubblicate.
Vorremmo dare un contributo al dibattito sul lavoro creando informazione.
Una svolta è indespensabile anche per entrare davvero in contatto con il gli altri blog in rete senza attirare su di noi virtuali ma sonorissime pernacchie.

venerdì 23 febbraio 2007

Scrivere il Curriculum Vitae

In un momento di stallo per questo blog, arriva un po' d'aria fresca. Sandra Burchi è un filosofa e si occupa tra l'altro, di lavoro e donne. Un suo intervento è presenzte nella sezione audio.
W.C.

Cos'è necessario?

E' necessario scrivere una domanda,

e alla domanda allegare il curriculum.

A prescindere da quanto si è vissuto

Il curriculum dovrebbe essere breve.

E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.

Cambiare paesaggi in indirizzi

E ricordi incerti in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,

e dei bambini solo quelli nati.

Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.

I viaggi solo se all'estero.

L'appartenenza a un che, ma senza un perché.

Onoreficenze senza motivazione.


Scrivi se non parlassi mai con te stesso

E ti evitassi.

Sorvola su cani gatti e uccelli,

cianfrusaglie del passato, amici e sogni.

Meglio il prezzo che il valore

E il titolo che il contenuto.

Meglio il numero della scarpa,

che non dove va

colui per cui ti scambiano.

Aggiungi una foto con l'orecchio scoperto

E' la sua forma che conta, non ciò che sente.

Cosa si sente?

Il fragore delle macchine che triturano la carta.

Wislawa Szymborska

Questo è il mio contributo al vostro sito-blog-podcast...

E' una bella poesia, gira molto in rete..

Mi pareva vi mancasse...

Io, quando posso, all'ennesima richiesta di curriculum, all'ennesimo committente, quando i rapporti lo permettono, la invio in allegato...

E' il mio piccolo contributo alla lotta... polemico e poetico...

Mi piacerebbe collaborare con voi, ma vorrei scrivere pensieri sparsi..

Si può?

saluti

Sandra Burchi

lunedì 19 febbraio 2007

CALL SUBURBIA

E' tornato Antonio, quello giovane che sgobba a Milano. Dove capita che ci si trovi, con un manipolo di disperati, a disputarsi un lettore MP3 come premio per essere stati i migliori impiegati del mese. Dove? Leggetelo qui sotto.
W.C.

"Sono Sonia e la sto chiamando dal centro ricerche World
Wide, stiamo assegnando a 40 famiglie delle sua città un
corso di inglese totalmente gratuito della durata di 5 mesi,
naturalmente un solo membro della sua famiglia potrà
usufruirne..."
così inizia il turno lavorativo di Sonia al call center di
via Maffucci, periferia est di Milano.
Anch'io lavoro li. Per la "motivation" mi raccomandano di
arrivare 10 minuti prima dell'inizio del turno lavorativo
serale (dalle 17 alle 21).
E' il momento in cui si comunicano i risultati ottenuti dal
gruppo, i più bravi possono partecipare ad una lotteria
che ha in palio per questo mese
un lettore mp3. E' il lavoro che ho trovato subito dopo aver
fatto un mese di volantinaggio. A dire il vero mi hanno
chiamato a loro, io avevo comprato il giornale con gli
annunci lavorativi, e lo stavo consutando quando squilla il
telefono di casa e una donna dall'accento straniero mi ha
illustrato la possibilità di guadagnare facendo delle
semplici telefonate, "io non pensavo di guadagnare così
tanto quando ho iniziato", e così mi convinse a provare.
Al colloquio che ho affrontato il giorno dopo, mi è stato
presentato un foglio con delle domande da compilare.
Per prima cosa l'età poi la disponibilità specificando
gli orari, la possibilità di lavorare di sabato, e infine
un giudizio sulle proprie capacità lavorative.
Facilissimo farsi assumere. Dopo il foglio seguiva un
colloquio che ho affrontato con altre due persone. Un uomo
sui 50 anni, appena stato licenziato che ostentava la sua
dignità dicendo "potevo lavorare altri due anni, ma ho
preferito fermarmi", e allora che cazzo ci sei venuto a fare
qua? (ho pensato), e così deve aver pensato anche la
responsabile perchè quell'uomo non si è mai visto a
lavoro, e poi c'era anche sonia che sul foglio non aveva
scritto l'età, ma è stata presa lo stesso.
Il secondo passo consiste in un corso in cui ci illustrano
il "prodotto", e ci insegnano a parlare con le persone che
rispondono al telefono.
Una presentazione powerpoint, dei fogli stampati con le
frasi di approccio e perfino come ribattere alle risposte
negative.
Non si può uscire dall'edificio durante il turno di
lavoro, per i fumatori c'è un bagno minuscolo con una
finestra che guarda sui tetti dei palazzi adiacenti al
nostro, e c'è un cartello sul muro con su scritto "pulire
la cenere dal lavandino". Le macchinette del caffè e
quelle con la roba da mangiare
si accendono solo per i dieci minuti di pausa di ogno turno,
bisogna affrettarsi per evitare di finire in fondo alla
fila.
La signora che mi ha chiamato mi riconosce dalla voce,
avrà quasi 50 anni, è una bella donna. Mi dice che i
guadagni crescono col tempo, si comincia a guadagnare bene
dal secondo mese in poi. Sonia ha 36 anni e due figli da
mantenere da sola, vive con loro e con la madre.
Nei dieci minuti di pausa mentre è in bagno a fumare li
chiama col cellulare perchè quando arriva a casa loro sono
già a letto.
Un signora con i capelli biondi viene lo stesso nel bagno
anche se non fuma più " ne fumavo 80 al giorno, fino alle
11 non riuscivo a parlare".
Ha un marito che la aspetta a casa e si lamenta perchè
finisce troppo tardi di lavorare.
Gli altri mi parlano di milano, negli anni 70 quando l'acqua
non era potabile e i milanesi hanno pagato una tassa per
ottenerla per sempre.
PER I FUMATORI : PULIRE LA CENERE DAL LAVANDINO (con quella
stessa acqua), mi parlano dei costi delle case che aumentano
sempre di più.
Poi c'è Giovanna che è la capoufficio. Deve controllare
che la gente lavori, e deve consigliare i novellini. Indossa
delle scarpe coi tacchi per cui si sente arrivare quando
passa tra le file di computer dove siamo noi con le nostre
cuffie e i nostri indirizzi che scorrono sullo schermo.
Possiamo chimare a napoli o a genova, gli ultimi molto meno
loquaci dei napoletani. Davanti al call center c'è una
chiesa con un campo di calcio a 7.
i tunisini si ritrovano il pomeriggio e giocano per ore con
tanto di arbitro e proteste connesse. Mi fermo a fumare una
sigaretta prima di entrare e li guardo, mentre il campionato
italiano è fermo per i tafferugli di catania.
Due giorni dopo mi arriva un altra telefonata, un agenzia
pubblicitaria a cui avevo mandato il curriculum mi invita ad
un colloquio.
Da una settimana lavoro li dalle 9 alle 6 di sera, addio
part time, e benvenuta la possibilità di guadagnare
facendo quello che so fare veramente,
con tutti i limiti imposti dal lavoro stesso. Da una
settimana non vedo più i miei compagni di call center.
Quella che per me è stata una parentesi interessante per
loro è la necessità per portare a casa dei soldi. Addio
periferia, spacciatori e prostitute che incrociavo sulla
strada che mi portava alla metro la sera quando finivo di
lavorare, addio alle loro vite autentiche e agli aspetti del
lavoro che rendono le persone sincere.
benvenuta stabilità.


Antonio

Il fascino perverso di una settimana lavorativa di 70 ore


Oggi i professionisti di maggiore successo lavorano più a lungo, si assumono più responsabilità e guadagnano maggiormente rispetto ai workalcholic dei tempi passati. Essi hanno quelle che Helwett e Luce chiamano «occupazioni estreme», che implicano settimane lavorative di 60 o più ore e che hanno cinque o dieci caratteristiche – come le deadline stringenti e i frequenti viaggi di lavoro – raccolte dagli autori della ricerca all’interno di un modello di lavoro.
Il progetto, frutto di un’iniziativa privata, denominato Hidden Brain Task Force, consiste in due indagini principali: una riguardante gli individui altamente remunerati negli Stati Uniti all’interno di un campione di numerose professioni, l’altra riguardante i manager delle grandi aziende multinazionali. In questa ricerca sono stati analizzati, tramite focus-gorup e interviste riguardanti le motivazioni professionali, gli scopi e le caratteristiche delle «occupazioni estreme». In questo articolo Hewlett e Luce considerano i loro dati in relazione alla crescente pressione competitiva, al grande miglioramento della tecnologia della comunicazione, ai cambiamenti culturali e agli altri profondi mutamenti che hanno aumentato il peso delle occupazioni ad alto rendimento. Il quadro che emerge è un’immagine complessa di carriere logoranti, sotto molti aspetti remunerative ma con dei pericoli per i singoli e per la società.In generale chi ha un’occupazione «estrema» non sente di essere sfruttato, anzi prova un sentimento di esaltazione. La maggioranza di essi negli Stati Uniti, il 66%, dice di amare il proprio lavoro, percentuale che sale al 76% nelle società globali. Tuttavia, la ricerca di questi autori evidenzia l’esistenza di uno svantaggio per le donne. Anche se esse non evitano la pressione e la responsabilità delle occupazioni estreme, tendono comunque a non raggiungere il numero di ore di lavoro dei loro colleghi maschi. Questo fenomeno costituisce una barriera per le donne ambiziose, ma significa anche una grande opportunità per chi assume personale: è possibile infatti trovare un modo migliore di impiegare il talento delle donne che intendono impegnarsi in lavori difficoltosi e ad elevate responsabilità, ma che non possono sostenere giornate lavorative eccessivamente lunghe
perchè scegliere un'occupazione estrema?

giovedì 8 febbraio 2007

Fase 3! La Milonga in un portone

Si è parlato talmente tanto di questa fase due, amica, che ci siamo frantumati gli zebedei e passiamo direttamente alla tre.
Alcuni Memo per i distratti.
Questo qui è un audioblog che sperimenta forme di comunicazione e si occupa di radio e lavoro ( possibilmente delle due cose insieme): vedi Post Web Radio di F.C.
Superati gli esami della Class rimarrà forse una percentuale che va dal 5 al 10 per cento, secondo calcoli attendibili basati sulla congiuntura della Luna con Saturno.
Questo nucleo di persone diventerà una redazione unica, anche se non retribuita, per ora. ahahaha!
Se finora ogni gruppo ha fatto il suo servizietto didascalico, con la Fase 3 ( marchio registrato) si potranno utilizzare le competenze acquisite per creare servizi più snelli e rutilanti da associare a parti scritte, servizi anche più legati all'attualità stringente e cuciti in una trasmissione chiamata Working Class.
In pratica ci saranno dei post collegati direttamente a dei Podcast in aggiunta alla pagina dei download che c'è ora.

Le persone di questa redazione si stanno impegnando già oggi per dare vita ad una web radio di ateneo, partecipando o meno al bando di radio24, ma questo è un'altro discorso.
L'importante è sottolineare la coerenza del nostro progetto, ancora una volta, perchè alcuni di noi sono duri come diamanti. e vale a dire: working Class 1 ( competenze base), working class 2 (Pro), Web Radio di Ateneo ( Utilizzare queste competenze al servizio di un progetto comunicativo diverso come presupposti e come prassi).
In altre parole è ovvio che una radio di ateneo avrà un rapporto più tranquillo con il mondo perchè verrebbe meno il presupposto di QUESTA esperienza: essere privi di tutto. Partecipiamo anche emotivamente a quello che scriviamo ma non scordiamo mai che questa è un'esperimento come un'altro che prevede aggressività, protervia, provocazione, onestà intellettuale, vero pluralismo.

E' OVVIO che in un contesto ISTITUZIONALIZZATO potremmo rinunciare ad alcune di queste prerogative tranne che a due. Indovinate quali? e già che ci siete, VOLETE SCRIVERE CHE DIAVOLO DI RADIO VI PIACE? Ascoltare e fare.
Working Class

Service

Continua la diatriba con il signor Antonio che ci ha mandato un'altra lettera indirizzata al Prof abusivo Aldo Acerbi.
Può accadere che si voglia dare particolare rilievo ad una risposta e si apra un'altro post ma di norma ( capito bloggers?) se l'argomento è lo stesso si continua tra i commmenti dello stesso Post.
Al Signor Antonio diciamo che troverà la sua mail e la risposta di Aldo Acerbi di seguito all'interno del post contrassegnato dall'omino con la pipa( ma chi sarà mai?). Questa è la stessa ragione che Ci spinge a spostare il Post di Rachel N. sotto quello di France.C. che aveva anticipato i suoi temi di una decina di giorni senza ricevere commento alcuno da una class tutta presa da sciocchi esami.
Naturalmente Working Class e Aldo Acerbi sono due cose molto distinte, ma non come Clark Kent e Nembo Kid ( apprezzi questo arcaismo, signor Antonio), bensì come il folle invasato e una sparuta pattuglia di pirati, con i suoi vili, i suoi prodi, e il suo capitano. Arrembaggio!

mercoledì 7 febbraio 2007

Baroni rampanti. Professori ereditari e intrecci tra gli atenei. L'inchiesta sulla 'mafia negli atenei' prosegue in Sicilia.

Dicono che all'ombra dell'Etna i titoli accademici della facoltà di Medicina si tramandino come se fossero caratteri ereditari, un po' come il colore degli occhi o la curvatura del naso. Di padre in figlio, ma anche assecondando le ambizioni di mogli, nipoti e cugini. E a sfogliare l'elenco dei docenti si trovano una cinquantina di ricorrenze tra cognomi uguali, di cui almeno 20 con un grado di parentela diretta. Già, perché la 'mafia dei baroni' denunciata dall'inchiesta de 'L'espresso' due settimane fa, non si ferma a Bari, ma ha trovato terreno fertile nella Sicilia delle consorterie. Non ci sono indagini penali che rivelino accordi clandestini: tutto è alla luce del sole. Con un network trasversale che sembra unire tre grandi atenei: Palermo, Messina e Catania. Proprio in quest'ultima sede il gotha delle casate accademiche è consolidato. Aurelio Di Benedetto è primario di Chirurgia pediatrica al Policlinico. A ottobre 2006 il figlio Vincenzo, che prima lavorava come associato nella stessa clinica del padre, è diventato primario al Vittorio Emanuele di Catania. La dinastia dei Di Benedetto conta su altri due rampolli attivi nell'alveo di medicina: Giovanni e Fabrizio. Più articolato il ramo dei Nicoletti. Il microbiologo Giuseppe è fratello di Francesco, già ordinario di Clinica neurologica. Giuseppe è il padre di Ferdinando Nicoletti, associato di Patologia generale. Giovanni Nicoletti, figlio più piccolo di Francesco, è primario di Neurochirurgia. Anche la famiglia Veroux resiste al tempo e alle generazioni. Il capostipite è Gastone Veroux, ordinario di Chirurgia al Policlinico e vicepresidente nazionale delle scuole di specializzazione. Dei tre figli di Veroux, due hanno seguito le orme paterne e Pierfrancesco è associato allo stesso reparto. Tutti gli incarichi menzionati sono perfettamente legittimi. Tanto che lo stesso codice di parentele vige anche a Palermo. Spiega Renato Costa, responsabile regionale di Cgil sanità: "Qui la vicenda è persino più complessa, perché sembra proprio che le relazioni non solo restino all'interno, ma comunichino in modo trasversale con gli altri atenei siciliani". Come nel caso del figlio del professore Maurizio Romano che ha trovato posto a Catania. Percorso inverso per Antonio Rodolico, fratello di un ex rettore di Catania. Matteo Florena, invece, che ai tempi della prima Repubblica era persino diventato segretario amministrativo della Dc regionale, ha una figlia che lavora nel suo stesso distretto. E l'elenco potrebbe continuare. Ma quel che di peculiare c'è nella vicenda baronale palermitana è la maggiore aggressività. Lo ricorda Fulvio Pedone, neurologo al Policlinico: "C'era un posto da ricercatore. La moglie di un primario palermitano, docente anch'essa a Medicina, venne a perorare la causa della figlia. Avvertendoci che se non avessimo provveduto ad avviare la ragazza, le ritorsioni contro di noi sarebbero giunte sia da lei che dall'illustre marito". Non è diversa la mappa di Messina, celebre scuola medica e giuridica, dove le due anime accademiche erano entrate in contrasto in seguito al crimine più grave mai accaduto in una facoltà: l'omicidio del gastroenterologo Matteo Bottari, genero dell'allora rettore Guglielmo Stagno d'Alcontres, tutt'ora insoluto dopo nove anni di indagine. Adesso nell'ateneo regna la pace. Non è chiaro quale sia il segreto del successo del magnifico Franco Tomasello, rettore dal 2004 che si ripresenterà alle elezioni il prossimo mese senza avversari. Certo è che il professor di Neurochirurgia in questi tre anni ha saputo ricucire tutti quegli strappi. Sicuramente a non far saltare gli equilibri interni ha contribuito il gran numero di parenti assunti dall'università per tenere buoni medici, economisti, giuristi e veterinari. Per carità, saranno solo fortunate coincidenze che molti dei professori ordinari, associati, ricercatori e assistenti abbiano legami di parentela fin troppo stretti. Nella casata del rettore, per esempio, si registra la moglie come dipendente amministrativa e il figlio Dario con un incarico da associato nel dipartimento di Studi sulla Civiltà Moderna. Toh, in quel dipartimento è ricercatore anche Marco Centorrino, figlio del prorettore Mario, ordinario di Economia. Ovviamente anche nel passato i vertici dell'Ateneo pensavano a casa e famiglia. L'ex rettore Gaetano Silvestri (area diessina), oggi alla Corte Costituzionale, aveva alle sue dipendenze come ordinario di Scienze giuridiche la moglie Marcella Fortino, che è anche cognata del pro rettore Mario Centorrino. Dunque nessuno si sorprenda se a cascata quasi tutte le facoltà di Messina sono infarcite di nuclei familiari, tradizionali o a volte 'allargati' alle relazioni non ufficiali. Tra i casi più eclatanti quelli della famiglia Venza-Teti che tra Odontostomatologia, Patologia, Microbiologia e Specialità chirurgiche mette in campo cinque componenti. Particolarissimo il caso di Veterinaria dove su dieci poltrone quattro sono occupate dai Passantino e dai Pugliese.
Resta solo un dubbio: ma è possibile che soltanto i figli e i parenti di baroni in camice bianco abbiano le qualità necessarie per sbaragliare le selezioni? Risponde Salvatore Cicero, che guida l'unita di Neurochirurgia traumatica all'ospedale Garibaldi di Catania ed è anche il responsabile provinciale di Cgil sanità: "Non so se sia corretto parlare di nepotismo perché quel che succede qui non è diverso dal resto d'Italia. Forse è veramente un fattore genetico a consentire ai figli di illustri primari di primeggiare nelle stesse discipline. E quel che accade in ambito universitario non è poi così diverso dal resto del mondo ospedaliero, dove un sistema di nomine manageriali comporta la creazione di gruppi di potere. Insomma, per arrivare in cima bisogna appartenere a qualche cordata". Il vero nocciolo del problema, per Cicero, è la selezione nelle scuole di specializzazione: "Fino a qualche anno fa era buona usanza che nessuno si presentasse alle selezioni di una scuola del padre o del parente. Di solito i pargoli venivano dirottati presso altre sedi per affrontare la selezione. Ora anche quest'ultima remora sembra venuta meno. Con la specializzazione obbligatoria per legge, proprio l'accesso alle scuole diventa un fattore discriminante". "Lo escludo categoricamente", replica con tono perentorio Gastone Veroux: "I test arrivano dal ministero e la discrezionalità della commissione è praticamente nulla. L'unico elaborato che può essere soggetto a valutazione è il tema scritto. Ma ha un peso specifico minimo rispetto al punteggio complessivo". Un punteggio minimo che però, riconosce lo stesso Veroux, spesso è determinante. Per il primario catanese, infine, l'ipotesi di nepotismo all'interno dell'ateneo è pura leggenda. "È normale che i figli seguano le orme del padre. Di solito non hanno alcun privilegio, anzi il cognome rischia di diventare un peso. L'unico vantaggio è vivere in un ambiente familiare dove si parla di medicina".

mercoledì 31 gennaio 2007

Working Class vs. Incredible Jurassic Man


La lettera che abbiamo ricevuto da Antonio (un Antonio diverso dal ventitreenne che ci ha scritto qualche giorno fa), merita una risposta adeguata. Anzi un'incontro di Wrestling, che a noi piace per gli alti valori educativi che trasmette( amicizia, lealtà, giustizia) drammatizzati con gusto pop.

Non so se trent'anni fa Antonio faceva parte di un'identità collettiva come W.C. ma è leggendaria l'inconcludenza pipparola delle assemblee alle occupazioni anni settanta, Ecce Bombo! Va bene quest'italiano signor Antonio? Allora proseguiamo. Noi siamo liberi e ci fregiamo delle nostre contraddizioni interne, come di una medaglia al valore civile. Quello che stiamo per dire potrebbe non coincidere con il pensiero di tutta la Working Class, ma è questo il bello. Che dire della vostra generazione?
Voi, signor Antonio, impedivate l'ingresso alle università con la forza. Vi crogiolavate in un vittimismo vergognoso ed eravat e affetti da una tale miopia che una serie di rincoglioniti fuorisciti dai gruppetti di sinistra ha avuto la brillante idea di mettersi a fare la lotta armata contro lo stato borghese. E gli intellettuali dell'epoca che fecero? Invece di prendere posizione si misero a fare i "distinguo"( Né con i terroristi,né con lo stato) dimostrando ancora una volta che studiare spesso rende idioti, nonché ignavi.
Passiamo al lavoro. Voi avete fatto la lotta per il "30 politico " ,"18 politico" o quel che diavolo era. Voi avete trasformato un'università fascista, lo concedo, nell'ignobile Macchina d'Istruzione di Massa che è ora( noti la battuta signor Antonio, non vorrei che la scambiasse per un errore). Voi dicevate che andare in banca era come morire, ma poi ci siete andati in banca, e di corsa, con 15 mensilità, o all'università con il concorso truccato, o nella pubblica amministrazione a fare i sindacalisti a spese del contribuente. Le ricordo che è stato lei a mettere la cosa sul piano generazionale, e se l'è andata a cercare.
La situazione è grave proprio perchè la sua generazione di incendiari divenuti pompieri si è mangiata non solo tutto il cibo, ma anche le stoviglie, la tovaglia e il desco( noti questo termine raffinato, signor Antonio). Il dibattito pubblico e politico verte sulle pensioni, ma che ne sarà di noi quando la massa di precari e subprecari che lavora oggi dovrà mantenere i propri figli? Se io faccio un lavoro a prestazione mi vengono trattenuti dei soldi, tanti, che servono a pagare le babypensioni, le casse mutua, le pause pranzo e i ticket restaurant che non avremo mai. Allora , come la mettiamo? E' chiaro che esistono due caste di lavoratori: quelli con il posto fisso e gli altri.

Su questo sito non facciamo le vittime. Se lei avesse letto con cura i nostri post, e se avrà la cortesia di ascoltare le nostre inchieste, scoprirà che noi vogliamo semplicemente descrivere una situazione estremamente complessa. " La precarietà non esiste" perchè ci sono posizioni che la rendono addirittura invidiabile. Tirocinanti e stagisti sono quasi sempre lavoratori a tempo pieno che non ottengono né formazione nè retribuzione. Ci sono poi i contratti a prestazione; ci sono i falsi contratti dove c'è scritto che lavori 40 ore in tutto mentre ne fai almeno 400. Signor Antonio, non scambi una legittima incazzatura per vittimismo, perchè semplicemente è una balla. Molti di noi se ne fottono del posto fisso ed accettano la flessibilità come un dato di fatto. Ma perchè tutto il welfare deve andare via in pensioni? Perchè non esiste un sussidio di disoccupazione che emancipi i trentenni precari dalla "paghetta" di mammà? Infatti l'unico motivo per il quale questo paese non brucia di una guerra generazionale è che i "protetti" redistribuiscono reddito ai parenti precari, figli e nipoti. Ma questo porta con se una serie di conseguenze: gente coi capelli bianchi che vive in casa dei genitori, crescita sottozero, impossibilità di accedere ai mutui per una casa finalmente nostra. Allora, signor Antonio lei a che casta appartiene? Crede davvero che possiamo fare tutti come Soru? E poi chi le viene a riparare il cesso?
Probabilmente un laureato in Scienze della Comunicazione.
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Cordialmente
Working Class
p.s.
non si arrischi ad usare un gergo che non le appartiene. A parte il fatto che "Giurassico" era una parola in voga 15 anni fa, le ricordo che si scrive con la G, almeno in italiano.

martedì 30 gennaio 2007

Quel tipo di lavoro è JURASSICO

A proposito del tema che sta tenendo banco in questi giorni dal titolo "la precarietà non esiste" ecco a voi una interessante lettera da parte di uno dei nostri lettori.


Ho letto ( e l'avevo fatto anche in passato ) alcune vs pubblicazioni, bravi, complimenti, iniziano ad essere scritti senza errori grammaticali con un buon italiano, ma che noia......!!!!!!

Si che noia continuate a criticare, lamentarvi delle riforme della scuola, sul precariato, sulla disoccupazione, ma vi rendete conto che lo facevamo anche noi circa 30 anni fa?Vi garantisco che ciò che voi dite oggi nel 2007 noi lo dicevamo già 30 anni or sono, magari con altri canali comunicativi ( internet non c'era) , mi si può dire che continuate a dirlo perchè i problemi si ripetono all'infinito, senza soluzione di continuità, insomma senza speranza, ed io vi dico che voi avete assistito alla caduta del muro di Berlino, alla caduta di una serie di regimi , da quello Rumeno a quello Russo, avete visto nascere nuove tecnologie, impensabili trenta anni fa, avete vissuto l'unità europea monetaria avete cambiato totalmente il vs modo di giocare, di divertirvi di rapportarvi con il sesso opposto, insomma nella vs generazione è cambiato mille cose nel bene e nel male, ma mi viene spontanea una domanda : - vi siete accorti che è cambiato "qualcosa" anche nel mondo del lavoro??-

Quel tipo di lavoro a cui voi pensate, che magari vorreste e che spesso emerge dai vs discorsi è JURASSICO, sveglia !!

Il mondo del lavoro oggi offre tante possibilità che forse non riuscite a vedere e mai vedrete se non vi "staccate" da quegli stereotipi di cui sempre vi sento parlare. Soru, Google (e potrei fare altre mille citazioni) chi sono? Che cosa hanno fatto ?

Voi dovete illuminare quelle zone d'ombra che avete ancora sul mondo del lavoro, certo è che il lavoro esiste, può essere di grande qualità, altamente remunerativo e qualificativo, ma dovete cercarlo, anzi crearvelo , in modo diverso .

Ovvio che mi piacerebbe scrivere ancora parlare ancora con voi, e lo farò, anzi sono disposto se lo vorrete a darvi indirizzi professionali reali, tangibili interessanti, ovvero dimostrarvi che quanto ho detto è reale e alla vs portata ma adesso devo lasciarvi e lo faccio esprimendo la mia grande simpatia e rispetto di voi giovani che siete vittime non di voi stessi ma di noi genitori che non abbiamo il coraggio di dirvi :- ragazzi le cose sono cambiate, vorremmo aiutarvi ma non abbiamo il coraggio, gli strumenti,LA PREPARAZIONE per dirvi a chiare lettere che le "carte in tavola " sono cambiate e il gioco per LA STRAGRANDE MAGGIORANZA noi è sconosciuto,anzi forse ci sentiamo anche in colpa di avervi presentato un mondo diverso dal nostro, io no, il sistema spesso cambia e ce ne accorgiamo dopo molto tempo e prima che qualcuno impari " il gioco" per poi spiegarvelo il tempo passa , ma bisogna incominciare a dirvelo.Ed io mi assumo la responsabilità di avervelo detto.

Con affetto
Antonio

sabato 27 gennaio 2007

Scuola TRASformata

Riforma Moratti addio. La scuola volta nuovamente pagina.
Ma quante riforme ci saranno state negli ultimi anni? Ognuno cerca di restituire "dignità" alla scuola. Ma come devono sentirsi questi ragazzini che si trovano al centro di questi cambiamenti, tra 2 anni l'esame di maturità sarà così, no l'anno prossimo sarà cosà... poi arrivi in 5^ e l'esame è tutta un'altra cosa...
Esame in 5^ elementare, tolto.
Esame in 3^ media, chi lo sa?
Diploma, si ritorna alle commissioni miste e all'esame di idoneità o no?
La Finanziaria ha sottolineato l'obbligo della scuola fino a 16 anni.
Qui i ragazzi non hanno futuro, non sanno che scuola scegliere, e di certo queste continue modifiche non gli aiuteranno!
Questa riforma prevede che rimangano solo i seguenti Licei: Artistico, Classico, Linguistico, Musicale (?), Scientifico e di Scienze Umane (?).
Scompariranno invece quello Economico (!) e Tecnologico (!!!) e ad essi verrà affiancata "con pari dignità" un'area tecnico-professionale. Vale a dire?
Nasceranno poi i Poli tecnico professionali, "almeno uno in ogni provincia" (ma siamo sicuri???).
Ma il bello viene qui: le scuole pubbliche potranno essere finanziate da donazioni di privati. Cosa??? I nostri soldi vanno alla scuola privata; i tagli alla scuola pubblica sono destinati al bene degli istituti privati (a cui di certo non mancano soldi...) E io, per mandare mio figlio alla scuola pubblica, devo sperare che qualche buonanima faccia una donazione alla scuola??? Devo pagare tasse di iscrizione fuori di testa; pagare per farlo mangiare a una mensa che fa veramente schifo; pagare centinaia di € di libri ogni anno (specie a medie e superiori) che non apriranno nemmeno; libri che cambiano ogni anno, in modo da non poter passare tra fratelli o cugini. E questa è la scuola dell'OBBLIGO. Ma obbligo di che??? Obbligo di pagare. Punto.
E quando usciranno di lì, i diplomati, troveranno un lavoro?
O dovranno continuare a pagare 1600€ di tasse universitarie (senza contare i libri e l'alloggio per gli studenti fuori sede, o i biglietti di treno e bus per i pendolari), per non avere la certezza di un lavoro?
Perchè, invece di continuare a mettere le mani in una scuola pensando solo al presente, non si inizia a pensare al futuro di questi ragazzi? A modificare questo schifo di mondo del lavoro?

Giulya

mercoledì 24 gennaio 2007

Sezione audio. Avviso ai naviganti.

Come avrete notato è finalmente attiva la sezione audio del blog. Siamo dunque un Audioblog e siamo anche un feto di Webradio. Inutile dire che questo era il nostro obbiettivo. Limitiamoci a ringraziare tutti coloro che lo hanno reso possibile ( tuttta Working Class e Francesco Ciampi in particolare). Diamo anche qualche piccola istruzione per l'uso. La colonna che rimanda ai file audio per ora contiene esercitazioni, belle , brutte, insipide, salate. Avevamo detto fin dall'inizio che qui avreste trovato anche gli errori... Presto metteremo in podcast altro materiale, nonchè alcuni servizi di W.C. in concomitanza con il lancio mediatico del nostro blog.
Stiamo lavorando anche per rendere possibile il link ad un file audio per un determinatom post, in modo che sia più semplice capire cosa si va ad ascoltare. Buona radio a tutti.

LA PRECARIETA' NON ESISTE

Continuano ad arrivare testimonianze di vita precaria. Qualcuno pensa che ce le scriviamo da soli, ma non è così:proteggiamo l'anonimato dei nostri collaboratori. Queste persone sono fondamentali per il nostro blog, dato che lo diffondono in tutta Italia e ci aiutano a capire cosa significa lavorare oggi senza mediazioni retoriche o ideologiche. Ecco dunque una nuovo post da un pisano emigrato a Milano...

LA PRECARIETA' NON ESISTE

Mi chiamo Antonio e ho 23 anni.
Ma se vi faccio vedere il mio curriculum forse me ne dareste
trenta.
Perchè oltre ad aver studiato 4 anni all'università,
dopo essermi diplomato al liceo scientifico, ho lavorato
in quattro agenzie grafiche milanesi di cui una di fama
mondiale e ho collaborato con l'università di milano
Bicocca in qualità di web designer.
Per la mia giovane età la maggior parte di voi potrebbe
pensare che sono un raccomandato o un leccaculo,
altri che sono un talento. Delle tre valgono solo la prima e
la terza, solo che le mie raccomandazioni sono amicizie
familiari
mentre il talento è solo mio e inoltre, nei lavori che ho
svolto, il mio talento è rimasto inutilizzato e se non
fosse stato per me forse sarebbe già seccato.
La mentalità a milano per i lavori che riguardano il
cervello consiste nello sfruttamento a pieno delle idee che
ne escono. Il problema
è che a milano non esistono lavori dove c'è la
necessità di esprimere delle idee, il tutto è legato a
un fortissimo legame con quello che già
è stato fatto. E questo riguarda la grafica come tutto il
resto. E' una città molto più vecchia di quello che
pensate.
La motivazione è che i "capi" hanno un'età che va dai 50
in su, e molti di essi non sanno allegare dei file alle
mail. Altri sono dei patetici ultratrentenni
vestiti con i pantaloni slavati, le magliette bicolore con i
numeri sopra, e le scarpe da ginnastica basse. Lo scopo
primario della mia vita è diventato
quello di non assomigliare a loro in nessuna maniera, se mai
mi si presenterà l'occasione di contare qualcosa in tutto
questo scambio di monete.
Lo stipendio più alto che ho ricevuto sono state 350 euro
al mese. Di fronte a questa strepitosa offerta ho svolto il
mio lavoro in maniera del tutto parziale
causando la furia dei miei datori di lavoro. Loro del resto
non potevano che accontentarsi poichè era estate e non
avrebbero trovato nessuno per sostituirmi.
E ho continuatro così più o meno fino alla fine, tanto
il contratto non me l'avrebbero rinnovato lo stesso.
Una volta terminato il contratto (dicembre 2006),
nell'attesa che qualche altra conoscenza potesse darmi un
altro impiego, ho cercato di fare da solo.
Memore delle passate esperienza ho deciso di rivolgermi ad
agenzie interinali che avevano offerte per grafici. Mi
faccio 4 orribili fototessere
stampo dei curriculum e mi presento. E' passata quasi una
settimana e non ho saputo più niente, evidentemente hanno
annusato il mio animo ribelle
e non vogliono fare brutta figura. Per fortuna quando sono
tornato da pisa a milano ho preso il treno delle 5.22 che
non ferma a milano centrale bensì in una stazione
secondaria che è Lambrate.
Fresco di ritorno e con l'intento di trovarmi un lavoro
scorgo su un palo della luce appena fuori dalla stazione un
volantino tipo quelli che appendono gli studenti
per cercare dei compagni di casa. Solo che c'era scritto "
CERCHI LAVORO?"(cazzo se lo cerco!), così stacco il numero
lo infilo nella giacca e vado a casa.
Quel foglietto il giorno dopo l'ho anche perso, per cui sono
duvuto tornare alla stazione sperando che i numeri non
fossero definitivamente staccati.
Ho fatto diverse chiamate senza che nessuno rispondesse, ma
nel pomeriggio qualcuno mi ha risposto e ho fissato un
appuntamento per la sera stessa alle 8.
Si trattava di volantinaggio, la paga 5 euro l'ora per tre
ore al giorno dalle 9 alle 12. Un lavoro che mi permette di
guadagnare circa trecento euro mensili ma senza avere la
spesa del cibo giornaliero.
A Gennaio mi arrangerò così godendomi i pomeriggi liberi
ed i week end.
Non è affatto male, posso guardarmi in torno con tutta
tranquillità, mandare curriculum, e sfamare il mio
cervello con foto, filmati e lavori di grafica senza dover
tenere di conto a nessuno.
Ho in progetto di lasciare l'italia entro settembre.

martedì 23 gennaio 2007

SCARICARE - Cosa cambierà?

Ecco a voi il testo che il nostro collega Federico Burgalassi ha inviato a noi della redazione. Molto interessante e d'attualità... Buona lettura! E grazie Federico!
Cambierà qualcosa?
Come penso sappiate pochi giorni fa la Cassazione ha emesso una sentenza storica: scaricare e condividere file da internet è legale a patto di non avere fini a scopo di lucro.
Questo potrebbe portare un cambiamento epocale nello sviluppo dell’utilizzo della grande rete, dando nuova linfa vitale anche a sistemi paralleli di file sharing come appunto le Web radio ( bisogna comunque dire che in Italia una sentenza della Cassazione non diventa legge come in America ).

Da Wikipedia:
RIAA e la crociata contro la pirateria
Nel
2001, i discografici americani,rappresentati dal RIAA (l’equivalente americana dell’italiana S.C.F.), che da tempo perseguivano il file sharing o meglio, il sistema di scambio-file come ad esempio Napster, imposero a tutte le web-radio il pagamento di royalties per la musica da loro trasmessa. Il RIAA, nella sua nuova crociata, poteva contare sull'appoggio dell'Ufficio americano del copyright che emise un parere formale secondo cui le emittenti web non sono esenti dal pagamento dei diritti d'autore quando trasmettono musica via Internet.
Altri preziosi alleati per la RIAA, in questa battaglia, furono le net-companies che aspettavano di poter far decollare i propri business su Internet non appena fosse cessata la distribuzione o lo scambio di musica on-line, che ancora oggi avviene in modo per lo più illegale o incontrollato. Ovvio che per le Web Radio americane dell’epoca si trattò di un duro colpo, ma la storia certamente non si fermò in quel quasi lontano 2001, anzi, quasi come le nostre emittenti libere degli anni '70, anche in America si assistette ad un dimezzamento delle emittenti. In ogni caso, nel 2003, a Londra, venne stipulato un nuovo accordo che prevedeva una licenza unica per poter trasmettere musica in streaming. L'accordo, si pensava, ponesse fine ad anni di incertezze riguardo lo status giuridico delle radio internet e avrebbe dovuto rendere più trasparenti i rapporti tra queste ultime e i detentori dei diritti di proprietà intellettuale.

Questo accadeva nei soliti tempi e nella stessa misura anche in Europa e nella nostra Italia.

E’ stato poi cercato un palliativo che limitasse le perdite dovute all’utilizzo illegale delle web radio:

Il nuovo mercato legale
I discografici, che vollero l'accordo con RIAA, hanno sottolineato come le attività di web casting rappresentino un settore economico emergente che contribuisca allo sviluppo del business sul nuovo medium. "Questa - dichiarava a proposito della licenza unica Jay Berman, presidente e amministratore delegato dell'associazione internazionale del settore IFPI - è un'altra pietra miliare nello sviluppo dei servizi di musica su internet. Nel passato, ottenere licenze per la trasmissione multiterritoriale su Internet, per esempio in Europa, era difficile e richiedeva molto tempo. Era inoltre importante, per le società di collecting nazionali, strutturare un sistema che rimuovesse questi ostacoli".
Tutto questo, naturalmente, entusiasmava i discografici da lungo tempo a caccia di nuovi modelli di business che potessero rivelarsi vincenti nell'era digitale, un'era che ha fin qui visto crescere in modo straordinario la condivisione, senza controllo, di musica e altri contenuti tra milioni di utenti internet e, solo negli ultimi tempi, un mercato legale del download e dello streaming. Da questo si può iniziare a intuire e perché no, anche sospettare, che la licenza unica sia stata voluta anche per trovare rimedio al download illegale da parte di utenti sconosciuti nei confronti dei discografici e di conseguenza la web radio è stata presa di mira come buon mezzo per rimediare a danni causati da terzi,e non certo dagli editori del web la cui unica colpa è stata quella di avere una passione infinita per il mezzo di comunicazione “radio” e le nuove tecnologie

Possiamo ora iniziare a sperare che la sentenza porti a nuove modifiche in ambito legale all’utilizzo di internet cosicché le nostre tasche vuote possano diventare comunque utili. Anche perché realizzare e mantenere una web radio ha costi molto limitati:

Per creare una web radio basta avere a disposizione un buon PC, una normale
scheda audio, qualche centinaio di files MP3, scaricare e installare il poco software necessario gratuitamente reperibile, dotarsi di un microfono e una cuffietta. Il tutto in pochissimo tempo e praticamente senza nessuna spesa. Per le radio già affermate, ovviamente, l’on-line rappresenta un buon canale per la diffusione dei programmi da affiancare all’etere.
A prima vista i due mezzi si presentano con delle caratteristiche per certi versi antitetiche. La differenza fondamentale riguarda in primo luogo il grado di copertura
dell’utenza, cioè il numero di utilizzatori e fruitori, indubbiamente (almeno in questa fase) molto maggiore per la radio tradizionale. Ma questo, fortunatamente, vale solo su scala geograficamente limitata. Estendendo il discorso su scala planetaria, la presenza in rete assicura un allargamento della possibile fascia d’utenza che, teoricamente, si estende a tutto il mondo connesso. Così, un programma radiofonico in lingua italiana, grazie ad Internet, può facilmente riuscire a superare i limiti geografici ed essere ascoltato (con i soliti limiti della comprensione della lingua) da utenti sparsi praticamente in tutto il mondo .
La SIAE concede, per quello che è di sua competenza, cioè l'intermediazione dei diritti d'autore, una sorta di "licenza" alle persone fisiche che intendono aprire una Web radio Personale, non per scopi di commercio con un versamento molto contenuto (attualmente 250 euro), mentre molto più alto è l'esborso per scopi commerciali.
Accordi analoghi sono previsti anche da SCF (l'associazione dei produttori fonografici)
L'associazionismo tra Web radio
In questo quadro confuso dal punto di vista del quadro legislativo e nello stesso tempo di rapida evoluzione tecnica le Web radio hanno trovato un momento unificante in forme associazionistiche. Oltre alla specifica e già menzionata W.R.A, l'Associazoione Aeranti Corallo rvidenzia che tra i propri iscritti vi sono 10 realtà di radiotelevisine via internet. A livello internazionale, su spinta soprattutto dei paesi francofoni si è realizzata la European Thematic Channels association (ETCa).

Federico Burgalassi

San Precario sembra finalmente stabilizzato: ecco la Nuova SCALETTA DEFINITIVA

Finalmente, dopo la correzione di qualche errore, la trasmissione è stata registrata ed è pronta per venerdì... Di conseguenza ecco la nuova scaletta, più spazio alle notizie e ai dati, più schede, più informazione, una struttura più articolata e movimentata, con temi che ricorrono e si intersecano, introdotti dai simboli:
* (preghiera e vita di San Precario),
§ (interviste della rubrica "Storie di vite precarie"),
° (schede dati e informative),
# (registrazioni di manifestazioni: slogan, interviste,...),
@ (G&G, le nostre conclusioni).


SCALETTA:

* Preghiera
* Introduzione del Santo
* Vita del Santo: studente à fugge di casa
§ Luca: scuola/lavoro à fine del liceo/primi lavori
° Dati: scuola/lavoro
§ Luciana: scuola/lavoro à diploma/contratti a termine
° Dati: Manifestazioni di Roma e Milano
# Manifestazione à grida: “vergogna”
* Vita: visita al villaggio di Silvidoro à incontra i manifestanti
# Manifestazione à intervista a una ragazza
° Dati: differenza Francia/Italia à Co.co.co. in Italia
# Manifestazione à grida contro Co.co.co.
° Dati: differenza Francia/Italia à associazioni minoritarie
* Vita: lavori instabili à no garanzie
§ Luca à problemi à no garanzie
§ Luciana à problemi à no garanzie
# Manifestazione à grida: “vogliamo solo un contratto”
° La comparsa di Serpica naro à sfilata a Milano
° Chi è San Precario?
* Vita: impiego in un fast-food
* Raffigurazioni del Santo
§ Luciana à consiglio: adattatevi al mondo del lavoro
§ CONCLUSIONI di AWC
@ Manifestazione à l’arrotino Precario


Giulia & Giulya

lunedì 22 gennaio 2007

"Il lavoro visto dai media" (scaletta)

Direttamente dal gruppo di Bertucci, Falsini, Ferraro,Giovannetti e Palla vi presentiamo la scaletta della trasmissione che avrà il compito di spiegare l'intricato rapporto che negli ultimi anni si instaurato tra "lavoro" e "televisione".

-“Collage” di brani audio prelevati dal Web: la puntata si apre con circa un minuto e mezzo di brani audio di trasmissioni televisive inerenti il tema del lavoro. I brani sono stati scaricati dagli archivi online di Rai e Mediaset.

-Presentazione del tema in questione: i media oggi presentano il tema del lavoro come semplice terreno di contrapposizione ideologica e di lotta politica tra i due poli, senza riuscire ad affrontare una discussione seria e a 360’ sui reali problemi del mondo lavorativo.

-INTERVISTA 1: intervista al Prof. Adriano Fabris, Ordinario di Filosofia morale all’Università di Pisa, dove insegna anche Filosofia della religione e Etica della Comunicazione. È altresì direttore del Master in Comunicazione Pubblica e Politica dell’Università di Pisa e del Centro Interdisciplinare di Ricerche sulla Comunicazione. Analisi del processo comunicativo cha ha portato a confondere flessibilità con precarietà. Analisi del modo in cui i media affrontano il tema del lavoro (prevalenza dei talk-show, necessità mediatica di una forte contrapposizione politico-ideologica per far scaturire discussioni “urlate” che portino audience).
Commento della voce narrante ai temi scaturiti dalla prima intervista: la flessibilità non è da confondere con la precarietà e non è neanche una conseguenza necessaria. L’uguaglianza flessibilità = precarietà è la derivazione di un preciso approccio politico nel modo di affrontare il tema lavoro. I media tendono a rappresentare nei talk-show una forte contrapposizione simil-ideologica perché ciò che porta audience sono le discussioni che sfociano nei litigi e nelle offese e non le analisi oggettive su un argomento così complesso.

-“Raccordo” tra la prima e la seconda intervista: come riesce la trasmissione Report a svolgere un efficace giornalismo d’informazione?

-INTERVISTA 2: intervista a Giuliano Marrucci, giornalista di Report, trasmissione televisiva di RaiDue. Analisi di come un attento giornalismo di informazione può affrontare un argomento in modo “oggettivo” senza partire da pregiudizi ideologici. Racconto dell’esperienza della trasmissione e del suo modo alternativo di fare informazione.

-Commento alla seconda intervista. L’esempio di Report è alternativo rispetto al modello classico dei telegiornali o talk-show stile Porta a Porta: infatti vengono affrontati argomenti precisi e delimitati cercando di svolgere un’analisi dettagliata e documentata.

-Conclusione.

domenica 21 gennaio 2007

Web Radio

Qui c'è da fare una premessa. Come sapete chiunque può pubblicare su W.C. purchè invii una mail firmata (anche chiedendo di restare anonimo per il resto del mondo) alla mail aworkingclass@gmail.com. Esiste già una forma di redazione indicata nella colonnina dei collaboratori. Working Class è un'identità multipla mentre gli altri, chi più , chi molto meno, collaborano al blog. Quando ho visto arrivare questo testo scritto praticamente un giorno dopo averlo chiesto alla persona in questione, ho pensato che non possiamo considerare F.C. un redattore esterno. Quindi, nella nostra maestà, lo ficchiamo subito nella colonnina, visto che è il terzo post tecnico che scrive. Sia a lezione che nei colloqui privati abbiamo parlato molto della web radio. la sequenza proposta dall'insegnante è
1) Working Class( come nucleo e prima trasmissione da trasmettere in podcast)
2) Web Radio ( da lanciare attraverso una suite freeware come Soma che mi dicono sia una sola, ma è un freeware)
3) eventualmente associare alla web radio una'antenna di portata minima.
Il bando di Radio 24 sembra accelerare le cose. Avete visto le foto della web radio dell'università di Milano? Sala regia, microfoni, mixer. Cazzo quelli hanno già tutto. Il nostro problema è che non possiamo muoverci senza un intervento economico dell'università di Pisa. Lo avremo? Dipende anche da quanto romperete le scatole. Mi avrete? Dipende da quanto vi è piaciuto il mio lavoro. Insomma ecco a voi, web radio di Francesco Ciampi.
Working Class


WEB-RADIO ?



Il nome è abbastanza eloquente, nel senso che si capisce che è un tipo di radio che viene trasmessa dal web. Negli ultimi anni, grazie alla diffusione della banda larga e delle connessioni internet iperveloci, sono comparse, come i pioppini nel giardino di casa mia, migliaia di web-radio. Negli anni a venire probabilmente il fenomeno sarà ancora in crescita, sperando anche nella diffusione della banda larga a costi accessibili su telefoni cellulari.

A qualche migliaio di chilometri di distanza, un certo “Steve Jobs” (il papà della Apple) ha capito tutto questo prima di noi immettendo sul mercato americano il primo telefono cellulare dell’azienda californiana: si può navigare su internet, ascoltare mp3 con itunes, scaricare musica, filmati, podcast e ascoltare web-radio… ah, dimenticavo… si può anche telefonare! Comunque… compagnie telefoniche permettendo, presto questo sarà possibile anche in Italia.

Fino ad oggi, i grandi produttori della telefonia hanno provato a mettere dentro ad un telefono le cose più inutili, TV e Internet su un display da 1,5”, Videochiamate (quante volte avete videochiamato qualcuno?) fotocamere da 1 Mpx (lo standard delle fotocam digitali è 6 Mpx), dimenticandosi pero’ che una delle cose piu’ semplici che puo’ fare una persona mentre guida, lavora, corre, mangia, studia è ascoltare musica!

Quindi, in seguito a questa divagazione, torniamo al nostro discorso: la web-radio è uno strumento di comunicazione in forte crescita, non ha il limite territoriale di trasmissione delle radio fm (Radio 105 in Francia non si sente!) e si può ascoltare da ogni angolo del mondo.

Una web-radio la può fare chiunque abbia un Pc, un microfono, una connessione internet e soprattutto qualcosa da dire o da suonare. Ovviamente si trasmette in diretta (a differenza del pocast), e per ascoltarla, invece di sintonizzarsi sulla frequenza della radio, si accende il pc e si va su un sito web. L’unica nota negativa è il numero massimo di ascoltatori possibili, cioè il numero massimo di utenti collegati in un determinato momento alla web-radio. Se utilizzate la vostra connessione Adsl (con un 56k non provateci nemmeno…) probabilmente avrete al max 4-5 ascoltatori, ma fortunatamente alcuni provider risolvono questo problema mettendo a disposizione servizi di streaming per web-radio, con un numero max garantito di ascoltatori in contemporanea e un canone mensile da pagare (questo servizio mi sembra uno dei più convenienti - lewebradio.net ).


A questo punto, riusciamo a capire meglio l’importanza del podcast, che nella maggior parte dei casi è di supporto ad una web-radio, ed è utilizzato sia per pubblicare le trasmissioni sul sito web della radio stessa ed essere raggiungibile attraverso i software aggregatori (vedi il post “Domanda retorica: cosa e’ un podcast” pubblicato a Dicembre 2006), sia per permettere di ascoltare le trasmissioni agli utenti che per qualche motivo non possono farlo durante la diretta.


Infine non dimentichiamoci della Siae (www.siae.it), che mette lo zampino anche nelle web-radio, quindi se non vogliamo pagare un bel pò di soldini all’anno di tasse o rischiare qualche denuncia, ci conviene mettere musica esente da diritti d’autore o non mettere musica.



Ecco un elenco di tutto il necessario per la realizzazione di una web-radio:


  • Computer con almeno un ingresso per un microfono esterno
  • Microfono da tavolo (a partire da 10€ )
  • Software per la gestione della webradio (Sam Broadcaster e’ ottimo e costa 150€ - link al sito - In rete sono reperibili anche software meno professionali ma free, e per cominciare vanno più che bene)
  • Connessione Internet a banda larga (Adsl, Fibre ottiche, Sat)
  • Servizio di streaming per web-radio ( lewebradio.net)

Il fascino della radio in diretta… penso che sia una cosa bellissima. Parlare e mettere musica, sapendo che c’è qualcuno che ti sta ascoltando: magari solo due o tre persone.

Ma va bene così! Per raggiungere un obiettivo, ci deve essere sempre un punto di partenza.


Francesco Ciampi





I had a dream

Cominciamo con qualcosa di leggero. La nostra redazione esterna di Firenze ( stagisti a 100 euro al mese) ci invia questo testo:

Stamattina

Ore 07.50. La sveglia suona… “ mmmmmm, è ancora presto, l’orologio va avanti, altri 5 minuti, poi mi alzo, giuro…”

Ore 08.00. La sveglia suona di nuovo… “cazzo ho detto altri 5 minuti, ho sonno: voglio dormire”

Richiudo gli occhi pensando che mi sarei svegliato infastidito e rassegnato alle 08.20 come al solito, giusto in tempo per pensare all’ufficio, farsi venire i sensi di colpa, fare tutte le cose di fretta ed arrivare al lavoro col fiatone. Oggi però, è successo qualcosa di diverso. Solitamente quando ci si riaddormenta la mattina appena frastornanti dal risveglio, si riprende il sogno fatto la notte precedente, peggiorandolo incredibilmente. Siete li, sul punto di concludere con la gnocca di turno, quando uno stramaledetto rumore vi sveglia e riabbassando le palpebre vi ritrovate a cena con vostra nonna, o magari da solo, in ogni caso con il conto da pagare. Stamattina invece il mio sonno è ricominciato ex novo, precisamene dal giugno 2008. Finale degli europei. Ancora Italia vs Francia. Si comincia con un pesantissimo uno a zero per loro. Poco dopo il pareggio, infine la tragedia: 3-1 per la Francia con pochi minuti allo scadere. Non so per quale motivo mi allontano dal televisore. Tornato in stanza mia sorella mi urla che abbiamo segnato due reti e che sta succedendo l’impossibile. Mi incollo allo schermo. Rimpallo a centrocampo al 90. la palla finisce sui piedi di Totti che fottendosene del regolamento Fifa ha le maniche rovesciate e tirate su sino alle spalle, come il Mark Lenders dei tempi migliori ( perdonatemi se ho scritto male il nome). Bordata dai 30 metri, palo, rete; 4-3. sono gia aggrappato al soffitto quando l’arbitro annulla tutto. Lo stadio è l’inferno, il resto del mondo anche: endorfina come se piovesse. Un raggio di sole mi bussa forte sugli occhi.

Ore 08.50 panico. Faccio il minimo indispensabile per rendermi presentabile. Esco dopo 5 minuti, ma stranamente il mio passo è lento. Sorrido.

Arrivo in ufficio e naturalmente sono tutti al loro posto tranne me. Questa volta non so cosa cazzo inventarmi. La sveglia si è rotta, io mi sono rotto, al posto dello zucchero ho messo il sale nel caffé e ho vomitato per mezz’ora. Vacillo. Magari l’attacco frontale funzionerebbe: “ vergognarmi io!? Vergognatevi voi massa di nazisti, affama modelle, cocainomani del cazzo!”. No, non funzionerebbe. Nazismo a parte, le altre due cose.... Sono alle strette, non resta che confessare: “scusate il ritardo, perdonate la mia negligenza, abbiate pietà della mia noncuranza, ma… stavo sognando”.

Dedicato a tutti coloro che ogni mattina rischiano il lavoro per quei meravigliosi altri 5 minuti di puro incanto.

Lettera Firmata Firenze

Servizio:personale desiderato alla cassa 5

Non parliamo di cassiere ma di esame.
Piccola storia edificante, senza fare nomi. Uno dei gruppi più attivi del nostro radio-blog-corso, ha finito il servizio in premontaggio in tempo per tenere l'esame la settimana prossima.
C'è stato un Working Meeting tra docente e gruppo. Il docente ha ascoltato il lavoro è si è accorto che mostrava degli inattesi peroblemi strutturali. In sostanza il MATERIALE ERA MESSO SU TIPO TRASMISSIONE E NON TIPO SERVIZIO. Cosa farà il gruppo? riediterà tutto in due giorni oppure rifarà il servizio da capo? IO non lo so e comunque non voglio rendere il gruppo identificabile, anche se lo sapessi me lo terrei per me. Il concetto è un'altro, capetoste: meglio lavorarci di più e far sentire il lavoro al prof che andare all'esame per scoprire magari di doverci ritornare.Chiaro? Questo è un consiglio da amico. Date l'esame a Febbraio se non siete sicurissimi del vostro lavoro. Nel frattempo continuate ad intervenire su queste pagine che sono una finestra di dialogo permanente tra NOI E NOI.
Aspettando che la sezione podcast sia messa a punto ( sbrigati C!) cominciamo ad aprirci all'esterno con una serie di testimonianze sul lavoro che ci arrivano da ogni parte d'Italiae da ogni sorta di lavoratore. Vedi prossimo Post

giovedì 18 gennaio 2007

Cercare lavoro su internet

Scaletta progetto portali offerta lavoro

  1. Breve introduzione sul tema della ricerca di lavoro su internet:accenno portali pubblici (delle province italiane) e dei principali portali privati;

  1. Fonte google per trovare l’elenco dei principali portali privati che offrono lavoro direttamente tramite internet e analisi strutturale di alcuni di essi;

  1. Analisi: - immissione dati utenti richiedente lavoro(Quali dati sono richiesti?);

- area riservata all’aziende;

- tipologie di offerte di lavoro e meccanismi di contatto tra il portale e

l’utente(e-mail);

  1. Inscrizione a un portale per vedere come avviene il contatto e se le offerte proposte

coincidono realmente con le richieste (Giornalismo = rappresentanza?);

  1. Se possibile ci piacerebbe metterci in contatto con un portavoce dei portali per sapere come avviene il contatto da parte delle aziende e in generale come il sito fa da tramite tra utente e azienda.

  1. Classifica dei lavori più strani proposti dai portali

Lorenzo Bargellini

Rachele Giannessi

Studenti-lavoratori. Un ossimoro?



SCALETTA SU GLI STUDENTI LAVORATORI

(ex gruppo di Meschini: Simi Melissa, Lazzarini Serena, Seggiolini Irene, Picerni Viviana, Papeschi Michela, Massoni Laura)

1) INTRODUZIONE circa 1m 20s

- Dati e percentuali su gli studenti lavoratori:

  • Budget di spesa
  • Lavoro a contratto/ lavoro a nero
  • Principali lavori svolti

2)INTERVISTE circa 6m

-Prima intervista a uno studente che lavora a nero, le domande principali sono:

  • Qual è il motivo per cui hai deciso di lavorare?
  • Che lavoro svolgi?
  • Lavori occasionalmente o fisso a tempo pieno?
  • E’ stata una tua scelta lavorare a nero?
  • Quello che guadagni è sufficiente per le tue spese?
  • Riesci lo stesso a rimanere in pari con gli studi, lavorando? (altre domande saranno aggiunte al momento dell’intervista in base alle risposte che ci verranno date)


- Seconda intervista a uno studente che lavora a contratto, le domande principali sono:


  • Qual è il motivo per cui hai deciso di lavorare e che lavoro svolgi?
  • Lavorando a contratto hai delle agevolazioni in campo universitario?
  • Quello che guadagni è sufficiente per le tue spese?
  • Riesci lo stesso a rimanere in pari con gli studi, lavorando? (altre domande saranno aggiunte al momento dell’intervista in base alle risposte che ci verranno date)


3)CONCLUSIONE circa 1m 30s

- Analisi finale dei pro e dei contro della situazione di uno studente lavoratore.


Totale del servizio circa 8m 50s

Scaletta Definitiva SAN PRECARIO

Buongiorno a tutti! Ecco finalmente la scaletta definitiva del gruppo più Precario! Purtroppo ci siamo dovute adattere al materiale disponibile, senza contare sull'appoggio dell'Associazione "San Precario".

APERTURA :
* Lettura della preghiera del movimento di San Precario (con sottofondo "ecclesiastico");
* Introduzione della vita del Santo patrono dei precari e dell'Associazione di S.Precario.

SCHEDA : “Il precariato, i suoi numeri, le sue cause e le sue conseguenze”:
Rielaborazione e sintesi di dati ISTAT riguardanti il precariato nel 2006, con relativa introduzione alle sue cause e conseguenze sulla società;

RUBRICA : interviste: "Storie di vite precarie”:
Solo la vita di tutti i giorni è in grado di spiegarci il fenomeno del precariato; abbiamo deciso quindi di affrontare questo delicato tema attraverso due racconti di vita di persone precarie. Interviste a due precari:
- il giovane Luca, 21 anni, “saltimbanco del lavoro”;
- ragazza precaria anonima, perennemente “di 3 mesi in 3 mesi” presso un Ente Comunale.

DOMANDE LAMPO : “Quanto sai del precariato?”:
Interviste per strada al pubblico, per soddisfare la nostra necessità di conoscere il pensiero delle persone che vivono il lavoro: “Conosci San Precario?”, “Conosci persone precarie?”, “Cosa possiamo fare per migliorare il mondo del lavoro?”… Queste e molte altre domande per uno spaccato sull’Italia che… lavora? ...

CONCLUSIONI.

mercoledì 17 gennaio 2007

Progetto "Unyonair"

Postiamo un commento che merita sicuramente un'attenzione particolare.
"Oggi, sul sito (http://www.ilsole24ore.com/st/unyonair/index.htmlradio24)ho letto il bando e la domanda di adesione di UNYonAIR e ci sono un paio di cose importanti da tenere presenti.
1)Il comitato di selezione inviduerà le Università da ammettere al progetto "Unyonair" anche sulla base dei seguenti criteri: ordine di arrivo delle adesioni, completezza delle stesse, localizzazione territoriale delle Università, facoltà coinvolte...
2)Le Università che saranno scelte dovranno versare 1.000 euro e dovranno comprare attrezzature e allestire da qualche parte nell'ateneo un locale da adibire a radio (secondo me 3000/4000 Euro)
La domanda ovviamente deve essere firmata dal rettore in persona o da qualcuno che ha il potere di impegnare l'università nei "confronti di terzi" (in pratica qualcuno che autorizzi a togliere un pò di soldini dal salvadanaio di terracotta dell'università)Detto ciòMi sembra che non ci sia tempo da perdere, visto che si tiene conto anche di chi, consegna prima "il tutto", quindi cerchiamo di buttare giù un progetto (compresi preventivi per le attrezzature, e di questo posso occuparmene io...) da presentare a una qualche autorità della nostra Uni. Non so voi, ma secondo me (sempre che non sia tutto un pacco e siano già stati assegnati tutti i posti disponibili...) vale la pena provare a partecipare a questa iniziativa. Sono sicuro che molti di voi la pensano come me."
da France

lunedì 15 gennaio 2007

Comunicazione ufficiale sull'esame

Questo post riguarda solo gli studenti della Working Class. Mi dispiace farla, perchè contraddice il nuovo intento di fare un blog per tutti, con collaboratori esterni provenienti magari da città lontane.Ma siamo pur sempre il blog pirata di un corso universitario.
Il bilancio del corso è senza dubbio positivo, considerando che per me era il primo e che da ottobre a febbraio avremo portato a termine un progetto che avrebbe richiesto almeno un'anno.
Che vuole questo? vi chiederete. Voglio ribadire in modo ufficiale e pubblico quello che tutti sapete, perchè vi ho mandato una mail.
A dispetto dei rapporti assolutamente informali che abbiamo stabilito, e forse proprio per questo, ci sono dei doveri legati all'esame. Vi avevo chiesto di mandarmi una mail, entro la fine della settimana scorsa, con l'organico definitivo dei gruppi, le mansioni di ciascuno ( dove possibile) elo stato dei lavori sul servizio.
Siccome non tutti i gruppi lo hanno fatto, ho pensato di ribadire la richiesta in questa sede , per l'ultima volta.
Gruppi scomparsi, gruppi scoppiati, gruppi in difficoltà: fatevi sentire.
Entro pochi giorni questo sito diventerà adulto, cominciando a pubblicare le vostre inchieste, ma c'è ancora chi non mi ha mandato la scaletta. Avete ancora questa settimana di tempo per mandarmi questa mail , dopodichè sarete depennati dall'elenco dei frequentanti.
Volevo ricordarvi che, se siete molto indietro con il lavoro, potete consegnare anche il lavoro per la sessione estiva rimanendo frequentanti. Non sono certo di questa possibilità, che c'era quando ero studente io, ma potete sempre informarvi presso il corso di laurea.
A questo punto mi sembra di aver fatto tutto il possibile per aiutarvi. La disponibilità non vi è mai mancata. Come diceva il Cianfrosti: mo' sò 'cca..i vostri!